La biblioteca, un bene prezioso

Biblioteca di Alessandria bruciata

Pochi conoscono il valore vitale di una antica biblioteca

Quando fanno le guerre, a conflitto finito, una biblioteca bruciata non desta molto interesse. Siamo informati di come il “nemico” è stato sconfitto, sugli obbiettivi distrutti, le armi usate, le città conquistate, le tattiche e la tecnologia usata e quant’altro.

Non viene mai fatta menzione delle biblioteche depredate e distrutte, che fanno parte del bottino di guerra. Gli oligarchi ci tengono di più che alla conquista materiale dei territori e delle risorse come petrolio, prodotti da miniera come il coltan e altri metalli e minerali che servono per la produzione di dispositivi tecnologici.

La biblioteca è il contenitore della conoscenza, ed è di questa conoscenza che gli oligarchi sono avidi. Raccolgono la vera conoscenza per proprio uso e consumo e la nascondono o la rendono irreperibile ai popoli. E quando non riescono a portar via tutto, il resto viene dato alle fiamme.

In seguito sostituiscono la vera storia dell’Umanità con una narrativa creata da loro stessi e quella diventa la storia ufficiale che insegnano nelle scuole o raccontano nei documentari, che sono paragonabili a telenovelle.

Viene fissato un anno zero che parte dall’inizio della vita evolutiva come la racconta Darwin, dalle prime cellule che hanno scoperto un modo per catturare la luce del sole e trasformarla in energia per far funzionare i loro processi interni. La scoperta della fotosintesi ha creato enormi nuove possibilità di crescita ed espansione, e ha permesso l’esplosione della vita sulla Terra.

Tuttavia queste non sono le nostre Origini. Sono i tentativi di esseri spirituali di riportare la vita su questo pianeta dopo una distruzione senza precedenti che ha eliminato tutti gli esseri viventi e che ha trasformato la terra in un deserto d’acqua. I racconti biblici sull’Arca di Noè e il diluvio ne sono una narrazione romanzata.

Chi riuscisse a vedere come stavano le cose prima di questa distruzione conoscerebbe le vere origini dell’Umanità, con conseguente ricupero di tutta la conoscenza di creatori, e gli oligarchi sono terrorizzati al solo pensiero che questo avvenga.

Tutto questo è nella tua memoria, che inizia con la tua vera Origine e continua fino ad oggi. Purtroppo dopo quella distruzione, gli esseri spirituali che animavano i corpi ormai tutti distrutti, hanno anche subito un trattamento (allora esistevano tecnologie di cui le attuali non hanno ancora raggiunto il loro livello) che impedisce di andare più indietro di quel fatidico momento. Una specie di schermo nero impenetrabile. Tuttavia può essere rimosso.

Le biblioteche vengono depredate e poi distrutte

C’è un gran numero di monumenti antichi sparsi per tutto il pianeta che dimostrano che c’era una conoscenza molto avanzata in tempi remoti, a cui sarebbe necessario aggiungere un’infinità di scoperte che non corrispondono a quanto ci è stato detto sul nostro passato.

Sembra come se una mano nera abbia misteriosamente cancellato dall’antichità ai nostri giorni la vera storia dell’umanità.

Ma per quale motivo non vogliono farci sapere quanto accaduto in passato? Ricordiamo che poco più di due anni fa, nel settembre 2018 si verificò un evento che provocò grande commozione, l’incendio del Museo Nazionale del Brasile a Rio de Janeiro, uno dei più grandi del Sud America.

Le fiamme hanno avvolto la quasi totalità dell’edificio dove erano custoditi oltre 20 milioni di pezzi di diversi periodi storici, non solo del Brasile ma anche del mondo intero, trasformando in poche ore in cenere oggetti di valore non solo economico ma anche per le informazioni che il loro studio e ricerca avrebbero potuto fornire.

Il museo fu creato nel 1818 dal re Giovanni VI. La sua biblioteca contava 537.000 opere e ospitava un’importante collezione di mummie egizie e il teschio di Lusia, la donna più antica d’America.

Il fuoco ha cancellato parte della memoria del passato latinoamericano e del mondo.

Non è però una novità, non è la prima volta che una parte della nostra storia viene cancellata, se risaliamo al IV secolo troviamo un altro evento simile che sconvolse il mondo antico, l’incendio della biblioteca di Alessandria.

La città di Alessandria fu fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C. e si trovava vicino al delta del Nilo, 220 chilometri a nord-ovest del Cairo, capitale dell’Egitto.

La biblioteca conteneva tutte le conoscenze esistenti sul mondo antico poiché conservava una raccolta di scritti di saggi, viaggiatori scientifici e astronomi dell’epoca durante il quarto secolo dopo Cristo.

Gli antichi cristiani della tebaide e i proseliti odiavano la biblioteca perché secondo loro conteneva scienze pagane e questo andava contro le loro credenze.

Teofilo monofita vescovo di Alessandria ottenne un decreto imperiale per distruggere e depredare il Serapeo, il complesso che conteneva la preziosa biblioteca.

Qualche tempo dopo, gli arabi furono accusati della distruzione della biblioteca nell’anno 642. Ma ciò non poteva essere, poiché, secondo le indagini di Pablo de Jevenois, l’imperatore teodosiano ordinò per primo la chiusura dei templi pagani nell’anno 391, e quello stesso anno la violenta distruzione e rogo del Serapeo.

Biblioteca di Alessandria

Le fiamme distrussero l’ultima e favolosa biblioteca dell’antichità.

Lo confermano le Cronache Alessandrine, un manoscritto del V secolo, cioè furono i cristiani e non gli arabi a distruggere l’80% della scienza, fra l’altro resoconti e studi di importanti delegati delle culture asiatiche e africane, determinando la stagnazione del progresso scientifico per più di 400 anni.

Erano gli stessi fanatici che 25 anni dopo uccisero Ipazia, la cui figura storica ha ispirato il film Agora.

Ci sono molte testimonianze dell’epoca che suggeriscono che la biblioteca sia stata arsa con l’intenzione di nascondere il saccheggio di libri e manoscritti da parte di gruppi cristiani, libri che esistono ancora nascosti nell’inaccessibile biblioteca vaticana.

Tuttavia, l’ultima biblioteca nel mondo antico era la biblioteca di Costantinopoli, fondata nel IV secolo dall’imperatore Costantino e che attualmente si trova a Istanbul, in Turchia.

Si dice che contenesse più di 100.000 volumi di testi antichi, molti dei quali provenienti dalla biblioteca saccheggiata di Alessandria, fu in uso per mille anni finché diversi incendi distrussero gran parte della collezione.

Nell’anno 473 furono bruciati 120.000 volumi, anche se la sua totale distruzione avvenne con la conquista di Costantinopoli nel XV secolo.

Non solo in occidente la conoscenza è stata distrutta e nascosta. Anche in oriente nell’antica Cina c’è stata una grande cancellazione della storia avvenuta durante la dinastia Qin tra il 213 e il 206 a.C.. Le scuole di pensiero sono state perseguitate e i loro libri bruciati, 460 studiosi furono sepolti vivi e in seguito altri 700 giustiziati, tutto questo per controllare il pensiero del popolo da parte del governo di quel tempo.

La Santa Inquisizione

Un altro triste momento del nostro passato e in cui c’è stata anche una importante perdita della nostra memoria storica è avvenuto durante l’inquisizione.

La “santa” inquisizione promossa dalla chiesa cattolica aveva come scopo la soppressione dell’eresia e con quel pretesto per molti secoli si perpetrò incessantemente il più grande rogo e distruzione di libri, e uccisione dei dissidenti che non volevano essere “evangelizzati”.

L’inquisizione medievale fu fondata nel 1184 in Linguadoca, nel sud della Francia, con l’intenzione di combattere i Catari.

Con l’invenzione della stampa da parte di Gutenberg nell’anno 1450, i potenti di quel tempo cominciarono ad avere paura perché sapevano che le parole stampate avrebbero raggiunto più persone e che avrebbero potuto diffondere pensieri o idee dannose per il potere con l’intenzione di controllare.

Il concilio di Trento dell’anno 1564 diede luogo alla promulgazione dell’indice dei libri proibiti; fu vietato stampare libri senza l’autorizzazione del vescovo.

L’inquisizione era guidata da religiosi Gesuiti ma era controllata dalle monarchie.

Le barbarie della santa inquisizione non furono compiute solo in Europa, purtroppo raggiunsero anche il Sud America nel XVI secolo nella penisola dello Yucatan. Un immenso falò ridusse in cenere il passato dei Maya.

Il missionario francescano Fray Diego de Landa, in un raptus di follia maniacale religiosa, bruciò 40 codici in cui è era spiegata l’intera storia della vita dei Maya.

Dicono che anni dopo si sia pentito ma era ormai troppo tardi.

La perdita di storia e di conoscenza è stata enorme non solo per il Sud America ma per tutta l’Umanità.

Attualmente sono rimasti solo quattro codici: il codice di Dresda in Germania, il codice di Madrid nel Museo d’America a Madrid, il codice di Parigi in Francia e infine il codice Maya del Messico.

I roghi delle biblioteche continuano fino ad oggi

Anche nel 20° secolo ci fu un rogo di libri in Germania. Nel 1933, i sostenitori del potere dominante distrussero più di 20.000 libri che furono bruciati perché i contenuti erano contro le idee del governo.

Tuttavia, la più grande cancellazione della nostra storia è avvenuta in Ecuador nel 1962 a seguito del saccheggio e del successivo incendio del museo creato dal prete salesiano Carlo Crespi con tutti gli oggetti che i nativi Suhar gli avevano regalato durante la sua intera vita.

Crespi era convinto che le lamine e le placche d’oro da lui trovate e studiate, indicassero senza ombra di dubbio che il mondo antico medio-orientale antecedente al diluvio universale fosse in contatto con le civiltà che si erano sviluppate nel Nuovo Mondo, che erano già presenti in America a partire da sessanta millenni fa.

Si stima che in totale siano 8.000 pezzi, la maggior parte in oro zecchino e innumerevoli lastre d’oro con strane iscrizioni che, secondo il padre, erano veri libri di storia, gli oggetti avevano più di 5.000 anni e molti erano simili a quelli delle culture babilonese, di Ur ed egizia.

È stato un incendio piuttosto strano che è scoppiato proprio al primo piano dove si trovava il museo. Secondo gli esperti Jaime Rodríguez e Gabriele D’Annunzio Baraldi che hanno studiato il caso, il museo è stato prima saccheggiato e poi dato alle fiamme per cancellare possibili indizi.

Il loro studio e la loro ricerca avrebbero fatto a pezzi la storia ufficiale del mondo intero.

A questo elenco di biblioteche bruciate vanno aggiunte le 36 biblioteche di Baghdad, la distruzione delle collezioni del Tempio del Sole a Cuzco e dei codici aztechi.

Nel 1986 la biblioteca di Los Angeles è stata data alle fiamme. Le fiamme hanno distrutto un milione di libri, nel 1992 hanno bruciato la biblioteca di Sarajevo con due milioni di volumi, nel 2003 durante l’invasione dell’Iraq è stato ordinato il rogo di un milione di libri nella biblioteca nazionale irachena.

Nel 2016 un incendio ha distrutto i sei piani del museo nazionale di storia naturale di Nuova Delhi.

L’elenco delle biblioteche consumate dalle fiamme a causa di incendi dolosi o presumibilmente accidentali è infinito.

Tutte le indagini indicano che la maggior parte delle biblioteche è stata saccheggiata prima degli incendi ed è quasi certo che si trovino nelle collezioni dei milionari e ovviamente nell’immensa biblioteca vaticana dove sono conservati migliaia di libri proibiti.

Il motivo per cui non li rendono pubblici, è che non vogliono farci sapere ciò che con tanta gelosia custodiscono.

Non c’è dubbio che la storia è stata mutilata e manipolata nel corso dei secoli dai governanti che hanno cambiato molto alacremente le nostre convinzioni e pensieri secondo la loro convenienza e ovviamente hanno fatto tutto il possibile affinché non conoscessimo la nostra vera origine.

Coloro che hanno cancellato la nostra memoria, forse sono gli stessi che hanno governato il mondo e reso schiava l’umanità.

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Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza