Uguaglianza, Fratellanza, Libertà e… Confusione

confusione

L’evento del “Ponte Morandi” si affievolirà per poi spegnersi del tutto, al pari di altre tragedie, per esempio i terremoti dell’Aquila e di Amatrice, per ricomparire di tanto in tanto nelle accuse reciproche di esponenti di partiti sui vari media.

Il ricordo rimarrà vivo ancora a lungo solo nei parenti e amici delle vittime, e poi anche in loro si affievolirà, una necessità per continuare a vivere. La vita continua, ci diciamo in questi casi.

Quando succedono queste disgrazie, si accende un turbinio di emozioni nella comunità vicina ai luoghi dove sono avvenute, e quanto più è vicina più sono forti, e diminuiscono fino a scomparire man mano che la distanza aumenta.

Nel Crollo del Rana Plaza di Savar a Dacca, capitale del Bangladesh, dove pare che facessero dei capi anche per Benetton, sono morte 1.129 persone, e non so quanti italiani abbiano pianto per quei morti, credo nessuno, al massimo sarà passato nella mente di qualcuno il pensiero stereotipato “poveretti…”, privo di qualsiasi tono emozionale. Valgono forse meno 1.129 morti in Bangladesh dei 43 di Genova?

Non appena i media diffondono una cattiva notizia che “ci riguarda”, così crediamo, negli spettatori, negli ascoltatori e nei lettori si accende tutto lo spettro delle emozioni negative, dolore emozionale, rabbia, odio, indignazione, desiderio di vendetta, e inizia il tam tam su “tutta la rete”, ovvero i portali sociali, i blog, i vlog, siti e su whatsapp e quant’altro.

Non sono nostre emozioni spontanee, sono generate tramite i media e il loro sfogo da parte della popolazione viene usato per giochi geopolitici pianificati da lungo tempo.

Il crollo del ponte Morandi ha fatto emergere fatti che il pubblico “generico” non conosceva, che le Autostrade sono in mano alla famiglia Benetton, quindi tutti addosso ai Benetton che non si sono curati di provvedere alla manutenzione.

Reazione più che legittima, ma dal 1999, quando la Società Autostrade fu privatizzata, a oggi si sono succeduti dieci governi (D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte). Possibile che in tutti quegli anni nessuno abbia mai pensato di dare una sbirciata ai conti e all’operato di Autostrade per l’Italia?

Se non fosse crollato il ponte Morandi, nemmeno l’attuale governo ci avrebbe dato un’occhiata? Sono forse i Benetton degli intoccabili? Non c’è nessun indagato a quanto pare, e credo che le autostrade rimarranno ben salde nelle loro mani.

Leggendo un po’ la storia di United Colors of Benetton, non sfugge il sodalizio fra Luciano Benetton e il fotografo Oliviero Toscani.

Il successo dell’azienda lo si deve all’uso di tecniche di comunicazione che associano il marchio United Colors of Benetton a fatti che creano un impatto emotivo su chi riceve il messaggio pubblicitario senza nemmeno mostrare il prodotto. La pubblicità dell’azienda è un’apparente denuncia sociale di problemi che riguardano l’aids, il razzismo, la guerra in Bosnia, l’omosessualità, l’immigrazione, come in questa immagine.

david kirby aids benetton

Le reazioni, che siano favorevoli o contrarie vengono poi riportate e diffuse dai media con il risultato che ciò che poi rimane nella mente del pubblico è United Colors of Benetton.

L’apparente messaggio che ora accomuna le campagne pubblicitarie di United Colors of Benetton è un messaggio di fratellanza, di uguaglianza tra le razze e di libertà.

Chi si trova di fronte alla pubblicità non vede più un prodotto, ma il logo con il nome del marchio United Colors of Benetton, presunto fautore dell’uguaglianza razziale.

Passando in rassegna le varie campagne pubblicitarie di United Colors of Benetton, della maggior parte delle quali la paternità senz’altro spetta a Oliviero Toscani, è possibile vedere dietro l’apparente obbiettivo, la promozione dei prodotti di Benetton, il reale obbiettivo ovvero l’appiattimento dell’essere umano, privo di personalità, carattere e di pensiero proprio, privo di valori e ideali sui quali possa ancorarsi per prendere delle decisioni in merito a ciò che per sé possa essere giusto o sbagliato, confuso e quindi propenso ad accettare qualunque cosa possa essere rifilata dal cosiddetto sistema mainstream.

La pubblicità per l’autunno inverno 2018 è rappresentata da questo video:

Toscani tira in mezzo San Francesco e il suo Cantico delle Creature e parla di “nuove creature della Città Futura”, “nove pezzi, unici e tuttavia uguali, di un’umanità che presto inchioderà il vecchio mondo al suo odore scorante di materia in decomposizione e di roba smessa”.

[…]“pelli colorate che si mischiano, questi nove figli nostri sono frate Sole e sora Luna finalmente abbracciati e confusi: creature giovani di roccia fertile, di pietra morbida della quale ci si potrà finalmente fidare”.

[…]“e tuttavia le creature sembrano muoversi nel Cantico della successione: spostamenti, toccamenti”… “È la foto delle Metamorfosi che sono tipiche delle civiltà imperiali, della Roma degli Augusti come dell’America dei Presidenti, della Globalità dove ogni cosa passa in un’altra, si tramuta nel suo contrario”.

[…]“c’è la rivoluzione che diventa confusione perché toglie l’identità certa all’Oriente e all’Occidente e li confonde”

Contro le guerre civili, contro le mafie e le violenze urbane dell’identità, contro i feroci conflitti etnici, contro le guerre di faglia e di religione, contro il terrorismo e contro tutti i razzismi risorgenti c’è la gioiosa confusione come valore, il Cantico delle Creature che avvicina al Cielo e sottomette il mondo”.

Il messaggio che a me arriva è di contraddizione (unici e tuttavia uguali), pelli colorate che si mischiano, Metamorfosi, Globalità, ogni cosa passa in un’altra, si tramuta nel suo contrario, c’è la rivoluzione che diventa confusione perché toglie l’identità certa. (Enfasi aggiunta)

Avrà queste caratteristiche l’uomo dei prossimi decenni? Un nulla totale senza una identità sua propria, senza alcuna capacità di discriminare il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato, senza punti di riferimento se non quelli forniti dal sistema economico e politico globale.

Tutto questo mi richiama il NWO — Nuovo Ordine Mondiale, e il piano Kalergy. Sì, lo so, Wikipedia (l’enciclopedia libera…) sostiene che la teoria del complotto sul piano Kalergi è la credenza che esista un piano d’incentivazione dell’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa al fine di rimpiazzarne le popolazioni.

Sempre in Wikipedia si legge che la teoria del complotto così elaborata sostiene che tale fenomeno migratorio fosse da lungo tempo programmato, voluto e incentivato da non meglio specificate élite al fine di giungere a un’unica razza meticcia euro-asiatico-africana, un «gregge multietnico senza qualità e senza coscienza» che sostituisca le popolazioni residenti nel continente e che sia più «facilmente manipolabile» dalle citate élite; a detta di chi denuncia tale presunto piano, camuffato sotto la promozione dell’integrazione europea, sarebbe quindi in corso un tentativo di «genocidio programmato» avente come scopo e conseguenza finale «l’annullamento dell’individuo»

Il video di cui sopra pare voglia proprio rappresentare il concetto di questa “teoria del complotto”, auspicandosi che si realizzi.

Sono dunque solo credenze? Sono solo teorie di “complottisti”?

C’è un’affinità fra United Colors of Benetton e i suoi messaggi di “uguaglianza” e “confusione”, e le cosiddette élite, tale da rendere i Benetton e associati intoccabili?

Consiglio la lettura del libro Unisex

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza