Le Reazioni di Facebook

reazioni di facebook

Da un po’ ormai sono comparse nuove “faccine” chiamate reazioni da cliccare nei post e nei commenti.

La versione ufficiale è che al pollice su azzurro ne sono state aggiunte altre per permettere agli utenti di esprimere meglio il proprio stato d’animo.

Dietro alla ragione di un azione dichiarata dalle multinazionali c’è sempre il vero intento nascosto.

In realtà si tratta del processo della cosiddetta profilazione degli utenti. La profilazione dell’utente è uno strumento del cosiddetto marketing mirato, che fa ampio uso di questa e altre tecniche per ottenere accurate analisi dei potenziali clienti, operando spesso al limite del legalmente consentito, quando non oltre.

Viene messa in atto a fini commerciali, ma anche per studi sociologici e geopolitici, che sono molto graditi alle varie agenzie governative.

Facebook raccoglie i dati di ciascuna delle nuove emoji. I dati raccolti da ciascuna delle “Reazioni” vengono utilizzati per personalizzare i contenuti della pagina “home” di ognuno. (L’area home è dove vedi il sommario dei post pubblicati dagli amici, frammisti ad alcuni annunci pubblicitari).

Queste informazioni sono utilizzate per ritoccare, in base al modo in cui “reagiscono” gli utenti, gli annunci che vengono mostrati fra i contenuti. Il precedente unico pulsante “Like” è stato utilizzato per indicare i tipi di post che venivano visti di più, ma le “Reazioni” forniscono a Facebook le informazioni su come gli utenti si sentono riguardo a un determinato post.

Gli scienziati dell’analisi dei dati di Facebook studiano il comportamento umano sul portale.

Nel 2012, Facebook ha fatto degli esperimenti manipolando la “home” di circa 700.000 utenti rimuovendo ad alcuni tutti i post positivi, o tutti i post negativi ad altri utenti, per vedere come reagivano. L’esperimento ha mostrato che le emozioni prodotte dai vari post erano contagiose. Quando la visione di post positivi è stata ridotta, le persone hanno pubblicato meno posti positivi. E quando la visione di post negativi è stata ridotta, le persone hanno pubblicato meno posti negativi. Lo studio che è stato pubblicato è stato intitolato “Evidenze sperimentali di contagio emotivo su larga scala tramite i social network”. (“Experimental evidence of massive-scale emotional contagion through social networks.”)

Ora questo alle persone che desiderano svegliarsi potrebbe essere utile per capire molte cose.

I dati raccolti da Facebook, Google, Amazon, ecc. servono a queste società per profilare la popolazione e offrire la pubblicità adatta al tipo di utente profilato. Non è un caso che la tua bacheca su FB si chiami profilo, diversamente dalle altre pagine, chiamate appunto pagine.

Per esempio se un utente maschio mette frequentemente “Love” a foto di belle ragazze, e viceversa per un utente femmina, probabilmente la pubblicità che gli verrà offerta sarà di siti di incontri, se non ha messo gli opportuni filtri della pubblicità desiderata.

Ma quando questi dati vengono presi dalle varie agenzie governative, tramite i media vengono utilizzate per produrre determinate reazioni e creare stati d’animo nel più vasto ambito sociale, vedi per esempio le cattive notizie, anche se questo non c’era bisogno che ce lo confermasse FB.

Facebook, offrendo un mix ideale di contenuti per i suoi utenti, è in grado di assicurarsi che stiano più tempo sul suo social network. Gli utenti che staranno più tempo vedranno più annunci, generando così entrate aggiuntive. Gli inserzionisti sanno come gli utenti stanno reagendo ai loro annunci. Se un’azienda pubblica un annuncio “divertente”, potrà vedere quanto sia efficace dal numero di risposte “Haha” su Facebook. E Facebook è in grado di fornire ulteriori strumenti di analisi per le sue “Reazioni”.

I dati determinati dalle “Reazioni” consentono agli inserzionisti anche di collocare gli annunci tra i post con molti “Haha” o non posizionarli vicino a messaggi con molti “Angry”.

Una società di media può decidere di mostrare contenuti avversi su un personaggio politico solo agli utenti che mettono “Angry” ai post non proprio amichevoli su di lui. In questo modo si può falsare il suo “indice di gradimento” creando malcontento nei suoi confronti usando un metodo che in effetti risulta essere controllo mentale.

Sad e Angry (Triste e Arrabbiato)

reazioni triste e arrabbiato di facebook

Sembrano i nomi di una bella coppia.

Ma sono “reazioni” che indicano la condizione intrappolata nella quale a volte ci troviamo.

Rappresentano la tristezza e la collera, due emozioni che non ci appartengono.

Siamo Esseri Divini e le emozioni che fanno parte della nostra natura sono di una banda di frequenza molto più elevata che non include emozioni negative.

Le emozioni negative sono parte di uno spettro di frequenze artificiali che sono state inserite da interventi alieni nel nocciolo del nostro essere, e non sono assolutamente nostre, anche se eventi della vita possono farci vibrare a quelle frequenze.

Fino a quando, progredendo lungo il nostro percorso spirituale, non ce ne saremo liberati, non sarà facile evitare di diventarne effetto, ma possiamo rendercene cont0 quando proviamo quelle emozioni negative e, sapendo di cosa si tratta, impegnarci ad uscire da quegli stati d’animo il più velocemente possibile e riprendere a vibrare alle nostre frequenze native.

Ci sono persone che vibrano facilmente alla frequenza della tristezza.

Alcuni si crogiolano nella tristezza, si sentono vittime o sono empaticamente connessi con le vittime, ho visto la faccina triste con la lacrimuccia persino in post dove uno scrive che oggi piove. Vorrei dire:”Sveglia, guarda dove sei finito!” Può succedere, e di fatto succede, di essere presi da sgomento, tristezza, disperazione in particolari situazioni problematiche, ma l’errore che si può fare è di persistere in quegli stati indesiderabili.

Qualsiasi problema si risolve meglio e prima in un mare calmo che in mezzo alla tempesta emozionale.

Lo stesso vale per Angry. La collera ci prende e vogliamo manifestare la nostra ira, spesso fieri di mostrarci arrabbiati contro le ingiustizie, come se fosse un dovere morale.

Invece soltanto siamo caduti nella trappola di emozioni sintetiche che non ci appartengono.

Prima o poi lungo il proprio percorso spirituale, e tutti siamo su questo percorso a differenti livelli di evoluzione, troveremo la chiave per eliminare questa spazzatura sintetica che ci hanno messo dentro.

Prima di allora quello che possiamo fare è usare la disciplina, che fa parte dell’evoluzione spirituale, ricordarci ogni volta che sentiamo la tenaglia del Sigh! o il pungolo del Grrrr!, che la trappola sta scattando e possiamo trattenerci dal cliccare con il mouse o premere con il ditino una o l’altra delle due reazioni.

La Reazione è la risposta a uno stimolo. Possiamo decidere di agire come Esseri Divini o non decidere e reagire come i cani di Pavlov.

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza