La Morte

morte

Dal libro Uomini Malati (Kranke Menschen) di Arnold Ehret Traduzione di Luciano Gianazza

Nei capitoli precedenti abbiamo identificato il muco e confermato che è la causa principale della malattia e dell’invecchiamento. Inoltre ho dimostrato che è possibile sostituire le cellule morte. Considerando questi fatti non si può negare che l’arresto completo del motore umano può essere posposto di un tempo molto lungo, se il corpo è stato cresciuto e nutrito con gli alimenti vivi del sole fin dall’infanzia.

In ogni caso, il corpo nutrito con il cibo solare presenta un vantaggio tremendo rispetto ad un corpo nutrito con i cibi spazzatura, perché i suoi elementi di base sono molto più durevoli. Uno stile di vita ottimale ridurrà significativamente il consumo di energia per il metabolismo. Lo sforzo a carico degli organi interni, particolarmente il cuore e lo stomaco, sarà nettamente inferiore.

Un organismo senza muco raggiunge le massime prestazioni atletiche con una frequenza del polso molto inferiore di quella di una persona che mangia in eccesso. Se includiamo la diminuzione quotidiana di energia sprecata — continua diminuzione dell’energia emessa — in un’equazione della longevità, possiamo calcolare matematicamente e dimostrare un’estensione della vita. Ma ora la domanda da porsi è se la rimozione di tutto il muco, e quindi la rimozione della malattia delle cellule, può liberarci dall’ultima malattia, il mistero finale della morte.

Quando una persona soffre di lesioni o malattie gravi, sono il malfunzionamento del cuore e del cervello che infine conducono alla morte. Si può persino dire che la maggior parte delle malattie coinvolgono, nelle loro ultime fasi, complicazioni del cuore. C’è ancora molta ricerca da fare in questa area, ma possiamo accertare a questo punto che il blocco dei vasi sanguigni coronari che conduce ad un indebolimento dei muscoli del cuore, e il distacco dei sottili nervi del cuore, dovuto a una continua intossicazione del sangue, sono la causa finale della morte in tutte le malattie croniche.

E’ altrettanto vero nel caso di ostruzione dei capillari molto piccoli del cervello e della loro successiva rottura come nel caso di un ictus o dell’ostruzione di un’arteria principale, che porta tutte le altre funzioni vitali ad un arresto repentino. Naturalmente ci possono essere altre cause secondarie coinvolte, per esempio l’insufficienza d’ossigeno a causa del malfunzionamento dei polmoni, ecc. La scienza medica inoltre considera la proliferazione dei globuli bianchi come causa della morte. Questo processo è chiamato leucemia, che letteralmente significa “sangue bianco”. Interpreto questa circostanza come un grave squilibrio dove c’è una presenza maggiore di muco che di sangue.

C’è una miriade di altre cause della morte, che sono state identificate: auto intossicazione, tossine metaboliche, veleni esterni, batteri e i loro rifiuti, ripetuta intossicazione, veleni derivati da alcool e carne come sostengono chi predica la temperanza e i vegetariani. Ma queste persone astinenti ancora muoiono a causa di molte malattie mostrando gli stessi sintomi, raramente meno dolorosi di quelli di un alcolizzato e dei mangiatori di carne.

Se nessuna diagnosi certa può essere attribuita come la causa della morte, il certificato di morte elenca solitamente “Cachessia” un termine che suona molto scientifico, ma non significa altro che “cattiva condizione, deperimento, malnutrizione”.

La mia domanda è: Quale tossina causa la morte? La scienza medica vede i batteri come la causa della maggior parte delle malattie. Condivide ovviamente il mio punto di vista che un fattore fondamentale comune è coinvolto nell’invecchiamento e nella morte ed indubbiamente una grande parte della miriade dei sintomi e delle circostanze può essere attribuita ai batteri. La mia prova empirica del muco come la causa principale ed eziologica differisce dalla teoria dei germi soltanto finché osservo il muco come il presupposto, il terreno ricettivo, l’elemento primario.

La predominanza di globuli bianchi, che significa una predominanza di muco bianco, rispetto al glucosio rosso e al ferro nel corpo rappresenta uno squilibrio fatale. Il colore rosso ed il dolce sono i simboli caratteristici della vita e dell’amore. Il bianco, la mancanza di colore, il pallore e l’amaro sono gli indicatori della malattia e della predominanza di muco, i segni della morte lenta dell’individuo. È vera blasfemia contro la legge naturale, seppur tipico della nostra cultura, interpretare come sano e bello il “nobile pallore”, questa carnagione della persona media di città. Anche l’arte ha contaminato la sua estetica con questa idea sbagliata.

La battaglia finale con la morte è veramente solo un ultimo tentativo dell’organismo di espellere il muco, una lotta finale delle cellule vive per sconfiggere le cellule morte e le loro tossine. Se le cellule morte bianche hanno il sopravvento, se il muco nel sangue prevale, non solo avviene il blocco fisiologico delle arterie del cuore, ma una trasformazione chimica, un’intossicazione completa ed improvvisa, un sepsi totale e l’organismo si blocca. Quando la morte sopraggiunge attribuiamo la causa ultima a Dio o al destino e diciamo: “E’ stata la volontà di Dio” o “Capitoliamo di fronte al misterioso potere della morte.”

“L’ignoranza è l’unica tragedia della vita. Non c’è altro”, dice Peter Altenberg nel suo libro “Prodromos”. La causa ultima di tutte le malattie, dell’invecchiamento e della morte innaturale, è una forma di ignoranza spirituale, un peccato che commettiamo inconsapevolmente e per il quale paghiamo con la pena ultima, proclamando la nostra innocenza. Ma in natura, come per la legge civile, l’ignoranza non ci assolve dalla responsabilità.

Lo scopo del mio lavoro è di dare un contributo alla guerra contro l’ignoranza, questa trappola mortale per tanti esseri umani sofferenti e di diffondere la conoscenza, che sarà veramente una benedizione per ogni singolo individuo e per tutte le persone, per ogni e tutti gli essere spirituali.

Potrebbe interessarti La morte, perché fa paura

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza