La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è davvero a beneficio dell’Uomo?

Diritti umani finzione o realtà

Per rispondere a questa domanda è necessario comprendere che esiste una differenza fra diritti umani e diritti naturali.

È anche necessario considerare l’uso delle parole uomo (inteso sia come uomo che donna) e persona. Le leggi in ogni caso non parlano mai di uomini. Tutte queste leggi governano persone. La mescolanza di leggi positive di ogni forma ora intende che il sistema giudiziario pubblico non ha più la capacità di riconoscere gli uomini, può solo riconoscere le persone. Una persona è definita come:

1. Un essere umano, chiamato anche persona fisica

2. Un’entità (come una società) riconosciuta dalla legge come avente i diritti e doveri di un essere umano.

Una persona è un essere che è capace di diritti e doveri. Qualsiasi essere che sia così capace è una persona, che sia un essere umano o meno, e nessun essere è una persona se non è così capace, anche se è un uomo.

Quindi potresti essere un uomo, ma sei una persona solo se sei capace di diritti e doveri.

Potrebbe sembrare che i diritti umani siano un tentativo di garantire con la legislazione che i diritti naturali inalienabili dell’uomo vengano osservati dagli stati membri delle Nazioni Unite.

Questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Un uomo ha diritti naturali inalienabili. Non ha bisogno che qualcuno li sancisca per legge. Li ha e basta.

La persona fisica invece ha i diritti umani che vengono attribuiti. I diritti umani sono applicati in un tribunale, di solito la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Per portare una causa in tale tribunale, deve essere utilizzato un nome.

Con un atto del genere l’uomo che chiede l’esecuzione dei suoi diritti ha involontariamente (non conoscendo le conseguenze derivanti) rinunciato a tutti i diritti naturali inalienabili. Ha effettivamente dichiarato di essere una persona (dal latino persona – maschera) i cui diritti e doveri sono stati attribuiti. Qualsiasi rimedio che la corte ora fornirà sarà a condizione che continui a impegnarsi a svolgere i suoi doveri di cittadino.

In questo “mondo esterno percepito” ci sono, strettamente parlando, due mondi, come sempre accade in questa realtà dualistica. Questi due mondi li potremmo chiamare pubblico e privato, il mondo delle persone e il mondo degli uomini, l’ego e il vero sé, la finzione e la realtà.

FINZIONE

Pubblico

Legale

Persona

Ego

Titoli alle cose

Denaro

REALTÀ

Privato

Naturale

Uomo

Vero sé

Cose tangibili

Lavoro

Ad esempio, la casa o l’appartamento in cui vivi è una cosa tangibile, esiste in un mondo privato in cui tu, l’uomo, puoi dare il tuo contributo con il lavoro, e godertelo in privato.

Comunque quella cosa tangibile reale è confermata su pezzi di carta nel pubblico. Mutuo, atto di proprietà, registro catastale, ecc. Questi pezzi di carta rappresentano il titolo di una cosa, sono la finzione, e non ci sono fondamenti nella natura o nella legge naturale in base ai quali una serie di parole su una pergamena dovrebbe trasmettere il dominio della Terra. I nomi delle persone contenuti in questi pezzi di carta sono anch’essi finzioni.

L’uomo è libero di esercitare il dominio sulla terra e rimanere vero a sé stesso, mentre gli stati, nazionali e sovranazionali e chi sta sopra di essi in primo luogo (il proprietario fittizio di tutte le proprietà) possono conservare i loro pezzi di carta insieme con i carichi che comportano.

Il motivo per cui questa situazione inizia a complicarsi è che l’Uomo, che nel suo mondo privato per natura ha tutte le cose reali di cui ha bisogno, decide di voler essere in grado di dimostrare che la casa in cui vive appartiene a lui. Per qualsiasi motivo guidato dall’ego, desidera possederla. Non dimenticare che anni di indottrinamento e opinioni di seconda mano gli hanno insegnato che è così che deve essere fatto.

Forse stai iniziando a capire che non è possibile per un uomo possedere qualcosa, solo le finzioni hanno quella capacità. L’uomo è nato senza niente, morirà senza niente e finché è qui può usare liberamente ciò di cui ha bisogno. L’unico modo in cui un uomo sarà in grado di dire “quella è la MIA casa” è non solo avendo la cosa reale nel privato, ma anche il pezzo di carta che evidenzia il titolo alla cosa nel pubblico. Purtroppo, l’unico modo in cui può avere quel pezzo di carta è dicendo anche che quel nome ascritto nell’atto di nascita “è il mio nome, io sono quella persona”

Questo è il frutto proibito, possiamo esercitare il nostro libero arbitrio nel decidere se mangiarlo o no e sarà senza dubbio incomparabilmente succolento (per un po’), ma arrendendoci alla tentazione dell’ego veniamo espulsi dal metaforico Giardino dell’Eden. Quando diventi veramente capace di vedere oltre il velo che cosa è il gioco del nome, troverai che il mondo celeste che hai sempre sognato esiste proprio qui, proprio ora, sulla Terra.

Si legge ovunque che l’illusione della designazione di Sovrano è qualcosa a cui aspirare. Un Sovrano fa ancora parte del regno immaginario, un Sovrano è ancora essenzialmente uno schiavo. Potrebbe essere uno schiavo di rango superiore, ma tuttavia e ancora uno schiavo. Un sovrano è ancora tenuto a svolgere doveri, per certi aspetti in grado ancora maggiore. Ancora, un sovrano richiede un nome “legale” al fine di eseguire tali diritti e doveri, e avendo tale nome è ancora tecnicamente la proprietà di un altro. Non possiamo usare parole, titoli e processi che derivano dal sistema per sfuggire al sistema. Non ci sono intelligenti richieste di diritti, titoli di fantasia o formulazioni di trust, questi sono solo tentativi del nostro ego che cerca un nuovo modo di esprimersi. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è ritornare sui nostri passi e, come uomini, togliere il consenso a ciò che abbiamo precedentemente consentito volontariamente o inconsapevolmente.

Dobbiamo semplicemente confutare tutto quanto e stare sotto la legge naturale. Non c’è altro modo per sfuggire completamente alle grinfie del sistema.

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza