Il Regulat

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A volte la frutta e la verdura che riusciamo a trovare sono scarse di enzimi. Per non parlare del cibo cotto.
A causa di questo spesso il nostro intestino si gonfia.

L’importanza degli enzimi sul metabolismo

dottoressa Claudia Campagnoli

Note della dottoressa Claudia Campagnoli

Il Dr Howell, pioniere dell’impiego clinico degli enzimi di derivazione vegetale, riteneva che la lunghezza della vita fosse proporzionale alla quantità di enzimi consumati nel processo della digestione.

Gli enzimi, infatti, vengono dirottati dal loro naturale impiego metabolico, in particolar modo quelli del sistema immunitario, allo scopo di digerire cibo cotto, in cui una temperatura di 48°C per più di 15 minuti, distrugge completamente gli enzimi essenziali.

Agli enzimi, catalizzatori di natura proteica dotati di alta specificità, si deve l’ordinato svolgersi di quella miriade di reazioni che hanno luogo incessantemente nella materia vivente e che nel complesso costituiscono il metabolismo. Senza di essi la maggior parte delle reazioni sarebbe estremamente lenta e, per accelerarle, occorrerebbero mezzi chimici o fisici, troppo energici per le delicate strutture cellulari.

L’attività degli enzimi assolve quindi una funzione essenziale per la realizzazione del complesso biochimismo cellulare. Le malattie degenerative croniche sono imputabili a una grave carenza enzimatica.

Quando si mangiano alimenti cotti, gli enzimi deputati a digerirli vengono prodotti da altri organi o tramite un costante drenaggio degli stessi dal sistema immunitario; quando tutto questo si verifica nell’arco di un’intera esistenza, gli organi deperiscono e vengono sopraffatti dalla malattia.

Il pancreas umano è due o tre volte più pesante e grande rispetto a quello degli altri mammiferi, attribuendo la causa di tale caratteristica al consumo di una eccessiva quantità di alimenti cotti, che costringe la ghiandola a una iperproduzione enzimatica con conseguente ipertrofia. Con il passare del tempo il nostro organismo non produce più la stessa quantità di enzimi di quando eravamo bambini o giovani.

Non si è necessariamente quello che si mangia, bensì quello che si riesce a digerire, un miglior processo digestivo, coadiuvato da enzimi di derivazione vegetale, dovrebbe costituire il punto di partenza di qualsiasi programma di tutela della salute; quando l’organismo riesce ad ottenere quello di cui necessita e nel momento in cui ne ha bisogno esso produce meraviglie.

A tutt’oggi nessuno è riuscito a creare un enzima partendo da materiale sintetico, gli enzimi si possono creare esclusivamente partendo da materiale organico vivente. Il problema è che i preparati enzimatici tradizionali hanno una limitata efficacia. Le formulazioni in pastiglie, infatti, a causa del calore inerente alla lavorazione perdono almeno il 50% dell’attività enzimatica; gli enzimi derivati dalla frutta esotica (papaina e bromelaina) forniscono un apporto di due o tre enzimi, che non coprono in alcun modo il fabbisogno enzimatico del nostro organismo, che si aggira intorno a 10.000 enzimi giornalieri e da ultimo non dimentichiamo che gli enzimi sono macromolecole proteiche che nella loro forma non scomposta vengono assimilati dall’organismo solo in bassa percentuale.

La domanda è: come procurarsi al giorno d’oggi una gran quantità di enzimi funzionanti endogeni? Il Dr. Hans Niedermaier, farmacista e chimico alimentare, nel 1970 si è posto questa domanda e dopo 30 anni di ricerche ha scoperto il processo di fermentazione a cascata.

Partendo da frutta, noci e verdure biologiche sminuzzate si effettuano varie fermentazioni successive tramite l’aggiunta dei microrganismi per ottenere una scomposizione di tutti gli elementi efficaci con notevole aumento dell’energia vibratoria e trasformare gli enzimi molecolarmente grandi in subunità enzimatiche costituite da piccole catene peptidiche di informazione terapeutica potenziata, che hanno la possibilità attraverso i villi intestinali di raggiungere il circolo sanguigno e venire in gran parte assorbiti anche già tramite la mucosa orale.

Il prodotto finale è privo di zucchero, alcol e conservanti, privo di microrganismi viventi: è un meraviglioso elisir di aminoacidi, flavonoidi, polifenoli, carotenoidi, vitamine, minerali che garantisce un potenziale antiossidante elevatissimo.

Con la somministrazione degli enzimi scomposti si mira a restituire all’organismo il suo equilibrio (omeostasi), ostacolando così disfunzioni metaboliche, iperacidità, invecchiamento di articolazioni o tessuti e ossidazioni incontrollate, responsabili dei sintomi acuti o cronici di molte malattie.

Il Regulat

Lo sviluppo di Regulat si basa tra l’altro su una lunga esperienza riguardante la comprensione dei principi fondamentali della vita. Per potervi spiegare la concezione di base di Regulat vi preghiamo semplicemente di considerare per un breve momento delle riflessioni sulla vita e sugli esseri viventi.

  1. La vita si definisce secondo un ordine ben preciso, cioè secondo l’ordine completo che porta in sé la storia della creazione.
  2. La vita si basa sul catabolismo e sull’anabolismo, durante i quali restano presenti tutte le informazioni dell’essere vivente. Questo dovrebbe essere chiarito dal fatto che i nostri 70 bilioni di cellule contengono l’informazione genetica completa.
  3. Alla base di un sistema funzionante vi è un ordine a lungo sperimentato che si è formato da una “ripetizione armonica”.
  4. Il programma di base dell’uomo si regola mediante dei meccanismi di regolazione ben definiti.
  5. Tuttavia l’esistenza non è nulla di statico, bensì un processo dinamico che si manifesta sempre con nuove forme.

Oggigiorno però questo gioco armonico viene spesso reso squilibrato sotto diversi punti di vista.

Lo stress, il poco movimento, i veleni dannosi dall’ambiente, le concezioni false e naturalmente il nostro tipo di alimentazione “moderno” sono causa di tutto ciò.

La domanda decisiva è quindi: come possiamo sostenere il nostro organismo al fine di normalizzare quel preesistente sistema armonico di regolazione?

Per il campo dell’alimentazione questa domanda significava la nascita della fermentazione a cascata, che cerca di riprodurre in vitro il principio degli esseri viventi.

Una speciale selezione di frutta, noci e verdure viene a tale scopo sottoposta a un tipo di fermentazione ben preciso.
Gli scopi di questo lungo processo di fermentazione sono:

  • decomporre in modo naturale le elevate quantità di enzimi e di proteine, nonché di carboidrati e di grassi, contenuti negli alimenti;
  • ottenere queste decomposizioni in una sostanza liquida che corrisponde all’ambiente del nostro corpo, cioè all’acido lattico L (+) destrogiro;
  • ottenere una buona biodisponibilità della sostanza liquida fermentata sulla base del principio regolato di ripetizione.

La fermentazione a cascata è una fermentazione dinamizzante che favorisce la produzione di un concentrato salutare.

Uno spirito sano vive più facilmente in un corpo sano. Questa è la filosofia di REGULAT, che si inserisce nella grande legge dell’armonia.

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Fonti:

Regulat® Italia – Dr. Niedermaier Pharma

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza