Ignoranza Alimentare Generalizzata

Ignoranza generalizzata

Il mondo si sta sempre più ammalando a causa della diffusa ignoranza in campo alimentare indipendentemente dal livello culturale del singolo individuo.

Conosco medici che hanno gli stessi problemi e disturbi che cercano di curare nei loro pazienti, attribuibili ad una alimentazione scorretta e inconsapevole.

Conosco persone che hanno creato un impatto positivo nella società nel loro specifico settore professionale che escono dal supermercato con buste di “risotto ai gamberetti”, “pasta alla puttanesca”, piatti pronti in tre minuti e vino in cartoni.

Quando chiedo a loro perché mangiano quei cibi pronti ottengo più o meno le stesse risposte. “Sono single e non ho tempo né voglia di perdere tempo fra i fornelli”. “Sono buoni come quelli tradizionali, dovresti provarli!” “Stai scherzando? Questi prodotti sono fra i più controllati dagli uffici preposti, sono asettici, sterilizzati.” “Il vino poi quello dei cartoni è pastorizzato. Sai cosa vuol dire pastorizzato? Te lo dico io: germi zero. Capito? Oggi viene fatto tutto con macchinari e contenitori di acciaio inossidabile, altro che barili di legno e contenitori in argilla che assorbono chissà cosa.” ”Conosci il tetrapak?” “Questo cibo è più sicuro di quello che faceva tua mamma.”

E la frutta? “Quella ne mangio poca, quasi mai, fermenta e mi gonfia”. “Mangio ogni tanto un po’ di insalata in buste, già lavata, è buonissima, ma la prendo ogni tanto perché marcisce prima che la finisca, ne mangio talmente poca”.

“Comunque vai tranquillo oggi la produzione dei cibi avviene con tecniche di lavorazione e conservazione d’avanguardia in ambienti asettici, sono tutti in camice bianco e con i guanti di lattice come in ospedale, se avessi un background tecnico non avresti queste fisime, se vuoi ti posso dare del materiale a riguardo da leggere.”

Più o meno questa è la situazione quando parlo con persone che a volte sono pure dei leader nel loro ambito professionale, persone davvero capaci e intelligenti ma che non si pongono dubbi sull’alimentazione così come viene imposta dalla disinformazione del mainstream.

Spesso queste persone lavorano in settori in cui vi sono pochissimi errori e molta precisione, come quello dell’elettronica, della meccanica, dell’informatica, per menzionarne alcuni.

Non c’è possibilità di inganno in quei settori, in un programma informatico molto elaborato è sufficiente omettere un apostrofo e non funziona più, quindi devi per forza mettere quell’apostrofo se vuoi avere un prodotto funzionante.

Per questa ragione pensano che anche negli altri settori esista la stessa precisione e di solito la loro innata fiducia li induce ad accettare indiscriminatamente teoremi e assiomi che in realtà sono manipolazioni ad uso e consumo delle multinazionali delle derrate alimentari. E non pensano che in certi settori “scientifici”, diversamente che in altri, una ricerca o studio possono dare risultati secondo il volere di chi li ha commissionati. E i ricercatori sanno che se vogliono far parte del prossimo studio devono accontentare i committenti.

Perché una persona molto intelligente e ben ferrata nel settore di sua competenza accoglie vera e propria disinformazione da altri settori?

Ha una mente fervida e comprende rapidamente i concetti ed è in grado di dire se quello di cui viene a conoscenza è giusto o sbagliato ma è comunque effetto della disinformazione ed è possibile che usi dei parametri sbagliati per trarre le sue conclusioni.

Per esempio un ingegnere elettronico comprende che la bollitura uccide i microrganismi, questo è vero senza ombra di dubbio, la sua conclusione è corretta, ma potrebbe anche essere convinto che la teoria dei germi di Pasteur sia giusta e quindi pensare che la sterilizzazione sia la soluzione per i problemi del cibo, tanto per fare un esempio banale.

In casi come questo, quella che nel suo campo è effettiva conoscenza, in altri campi si dimostra essere saccenza, presume di sapere, convinto di sapere, perché ritiene che in tali campi esistano assiomi precisi come la legge di Ohm.

Molte branche scientifiche come la medicina e la dietetica sono subordinate ai voleri delle multinazionali, che hanno come unico obbiettivo il profitto indiscriminato. Occorre qui fare una parentesi e porre l’accento su profitto indiscriminato, perché certe ideologie sono contro ogni sorta di profitto, come se il profitto fosse qualcosa di negativo a priori e quindi è necessario specificare questa differenza. E’ il profitto ottenuto danneggiando, nei più disparati modi che possiamo immaginare, dal danno fisico al condizionamento mentale, e violando i diritti dell’uomo che rende malefica una multinazionale, non il profitto in sé.

Se un giorno arrivasse una multinazionale che vendesse auto con motore Tesla a energia cosmica, prodotte nel rispetto dei diritti umani dell’ambiente e della vita in generale, ben venga!

Università come quella di medicina, legata a doppio filo con le multinazionali farmaceutiche, sforneranno medici orientati a prescrivere farmaci per il trattamento dei vari sintomi dei loro pazienti, sintomi prodotti da stili di vita e alimentazione errati.

Niente di veramente valido viene insegnato ai medici sulle vere cause delle malattie e disturbi che perennemente affliggono l’umanità. Per questo motivo quei medici che non si procurano di loro iniziativa e a loro spese la corretta conoscenza hanno lo stesso livello di ignoranza dei loro pazienti anche se sciorinano con scioltezza complicati, e volutamente incomprensibili ai profani, astrusi termini medici. E soffrono e muoiono delle stesse malattie e disturbi dei loro pazienti.

E’ davvero un grande peccato vedere persone di grande talento e artisti che hanno dato e danno un contributo alla società scomparire dalla scena per “motivi di salute” e dopo mesi venire informati dai media con il laconico comunicato ormai standard: “Dopo una lunga e sofferta malattia è scomparso…”

L’ignoranza dei VIP riguardo alla salute e all’alimentazione naturale viene sfruttata in spot, a volte anche con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui compaiono come testimonial per promuovere i protocolli di cura delle case farmaceutiche come la chemioterapia, sapendo che l’epilogo di tale cure è la morte dopo atroci sofferenze. La medicina stessa afferma che di cancro non si guarisce e propone la “terapia del dolore” (essere drogati per tutto il tempo che rimane) al malato terminale.

Questo ci fa capire che anche la classe politica non è molto ferrata riguardo alla vera salute, oppure più semplicemente i politici devono anche seguire una specifica agenda, stilata dalle lobby, per conservare lo scranno e relativi privilegi.

L’alimentazione e lo stile di vita sono essenziali per determinare le condizioni di salute in cui ci si trova e ci si troverà negli anni a venire. Le multinazionali spingono con potenti campagne pubblicitarie che utilizzano immagini connesse alle emozioni. Gli spot quasi mai descrivono la qualità del prodotto, ma agganciano emozionalmente chi li vede, e chi compra non acquista un prodotto razionalmente a seguito di una pur minima analisi delle caratteristiche, ma soprattutto spinto dall’impatto emozionale dello spot. In diversi miei articoli faccio spesso l’esempio di una multinazionale della pasta che mostra scene familiari con personaggi belli, sorridenti e felici con musiche e scene dei bei tempi andati. Finché si tratta di pasta uno potrebbe anche soprassedere al modo con cui ti vendono qualcosa, ma lo stesso metodo viene usato per vendere farmaci e alcol.

Quel genere di pubblicità bypassa le funzioni mentali che permettono di differenziare le stronzate dalle cose sensate e fa passare i suoi messaggi attraverso i varchi dell’emozione dove i contenuti irrazionali e menzogneri ad essi associati non vengono filtrati dalla ragione.

E quando va al supermercato o in farmacia la maggior parte delle persone compra proprio quei prodotti, indipendentemente dal quoziente intellettivo.

Il peggioramento delle abitudini alimentari e conseguente aumento delle malattie degenerative può essere fermato educando le persone fornendo l’informazione corretta, aprendo gli occhi alle persone dicendo: ”Guarda, quella gente non vuole la tua salute, prosperità e felicità, vuole solo ricavare del profitto anche danneggiandoti.”

L’industria alimentare è disposta a venderti qualsiasi cosa che sia di bell’aspetto e gustosa piena di additivi e conservanti che andrebbero bene per imbalsamare.

Le case farmaceutiche non sono dei benefattori, non cercano cure per le malattie, cercano solo di produrre dei farmaci che impediscano ai sintomi di una malattia di manifestarsi, malattia che comunque continua ad esistere nel corpo, dando l’idea di un’apparente assenza di malattie.

Se le persone guarissero le case farmaceutiche dovrebbero dedicarsi ad altro, proprio come le compagnie del petrolio avrebbero inevitabili perdite se le auto andassero senza idrocarburi. Cerca il link “Investors” sul sito ufficiale di qualsiasi casa farmaceutica e capirai che cosa intendo dire. E anche questa lista può darti un’idea dell’ordine di grandezza del problema di cui sto parlando.

I libri di Arnold Ehret danno la comprensione di cosa avviene nel corpo durante la digestione, e spesso sarebbe più pertinente chiamarli tentativi di digestione, di ciò che viene ingerito. In particolare portano alla comprensione di come vengono generati i sintomi delle varie malattie, come siano riconducibili all’intossicazione causata da residui della digestione di certi cibi e come disintossicarsi. La lettura libera dal pregiudizio di questi libri rischiara la mente, la nebbia della disinformazione svanisce ed è poi impossibile cadere nuovamente vittime degli “esperti” delle varie rubriche salute e benessere televisive.

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Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza