risveglio spirituale

Ho avuto il risveglio spirituale?

È una domanda che alcuni si sono posti dopo un’esperienza di un tipo o di un altro. In seguito hanno iniziato a chiedere ad altri se “risveglio spirituale” potesse corrispondere a quanto avevano sperimentato, ricevendo conferme contraddittorie, e anche dei decisi no!.

Certamente non tutto quanto possiamo provare può essere definito risveglio spirituale, nemmeno delle esperienze mistiche, stati di beatitudine o emozioni del genere “Oh!… Amo tutti incondizionatamente!”

Per quanto la persona ne sia certa per l’intensità delle emozioni provate, e da quel momento in poi se ne vada in giro con il sorriso permanentemente stampato sul viso, come se fosse la personificazione dell’emoticon smile, può essere mera illusione. Il risveglio spirituale ha poche ma precise caratteristiche.

Alcune conferme ricevute da sedicenti guru e personaggi affini sono state persino invalidanti, dettati dall’invidia di non aver avuto essi stessi l’esperienza descritta da un “neofita che una settimana prima nemmeno sapeva cos’è un mantra…”

La cosa migliore da fare è acquisire informazioni su cosa potrebbe essere realmente il risveglio spirituale e poi trarre le proprie conclusioni senza intermediari, perché nessuno è in grado di valutare cosa un altro ha provato o spiritualmente acquisito, a meno che non sia stata sperimentata in comunione di Spirito. E comunque il risveglio può essere raccontato senza che lo si abbia avuto.

Questo scritto prova a darne un descrizione e suggerisce che esiste la possibilità che uno abbia avuto il risveglio spirituale e che lo abbia invalidato dopo la “certa”, “irrevocabile” conferma: “No, no, no! Quello non è mica risveglio. Eh, ci vogliono anni, anni e anni di pratica, cosa credi che te lo regalano il risveglio?”

La vita dopo il risveglio spirituale

In questa era di degradazione sociale, economica, ambientale e politica, sempre più persone sperimentano il risveglio spirituale, con vere e autentiche visioni della realtà.

Queste persone sembrano avere momenti in cui si risvegliano dal loro senso del sé e dal loro senso di ciò che il mondo a cui sono avvezzi è, in una realtà molto più grande — in qualcosa di molto al di là di qualunque cosa che sapessero che esistesse.

Queste esperienze di risveglio spirituale differiscono da persona a persona. Per alcuni, il risveglio si mantiene nel tempo, mentre per altri la visione è momentanea: può durare anche solo una frazione di secondo. Ma in quell’istante, l’intero senso del sé scompare. Il modo in cui percepiscono il mondo cambia improvvisamente e si trovano senza alcun senso di separazione tra loro e il resto del mondo.

Può essere paragonato all’esperienza di svegliarsi da un sogno: un sogno in cui non sapevi nemmeno di esserci fino a quando non sei stato sbalzato fuori. Molte persone cercano queste realizzazioni della spiritualità più profonde. Stanno cercando di svegliarsi dai sensi limitanti e isolati di quel sé che si erano immaginati di essere. È questo desiderio che sta alla base di ogni ricerca spirituale: scoprire ciò che già intuiamo essere vero, che nella vita c’è molto di più di quello che stiamo attualmente percependo. Col passare del tempo, sempre più persone intravedono questa realtà più grande.

L’inizio del risveglio spirituale

Questa esperienza è tradizionalmente definita risveglio spirituale, perché ci si risveglia dal sogno di separazione creato dalla mente egoica. Comprendiamo — spesso abbastanza improvvisamente — che il nostro senso del sé, che è stato formato e costruito usando come materiale le nostre idee, credenze e immagini, non è realmente ciò che siamo. Non ci definisce; non ha un centro.

L’ego può esistere come una serie di pensieri, credenze, azioni e reazioni di passaggio, ma in sé e per sé non ha alcuna identità. Alla fine tutte le immagini che abbiamo riguardo a noi stessi e al mondo si rivelano essere nient’altro che il prodotto di una resistenza alle cose così come sono. Ciò che chiamiamo ego è semplicemente il meccanismo che la nostra mente usa per resistere alla vita così com’è. L’ego più che una cosa è un processo, il processo di spingere via e di tirare a sé. Questo tirare verso di sé e spingere via — attrazione e repulsione — è ciò che forma il senso di un sé che è distinto, o separato, dal mondo che ci circonda.

Ma con l’insorgere del risveglio spirituale, questo mondo esterno inizia a collassare. Una volta che perdiamo il nostro senso del sé, è come se avessimo perso il mondo intero come lo conoscevamo. In quel momento — sia che quel momento duri solo un attimo o sia qualcosa di più consistente — improvvisamente ci rendiamo conto con incredibile chiarezza che ciò che siamo veramente non è in alcun modo limitato al piccolo senso di sé che pensavamo di essere.

Il risveglio alla verità o alla realtà è qualcosa di cui è molto difficile parlare perché trascende il linguaggio. È utile, tuttavia, avvalersi di alcune informazioni che non siano le solite suggestioni offerte dai “guru” improvvisati.

La cosa più semplice che si possa dire sulla conoscenza esperienziale del risveglio è che si tratta di uno spostamento nella propria percezione.

Questo è il cuore del risveglio spirituale. C’è uno spostamento nella percezione dal vedere sé stessi come individui isolati — se ancora abbiamo un senso del sé dopo questo spostamento — al vedere sé stessi come qualcosa di molto più universale, ogni cosa e ognuno e ovunque nello stesso momento.

Questo spostamento non è qualcosa di sensazionale. È come guardarsi allo specchio al mattino e avere la sensazione intuitiva che il viso che stai guardando sia il tuo. Non è un’esperienza mistica; è un’esperienza semplice. Quando ti guardi allo specchio semplicemente ti riconosci: “Oh, quello sono io”.

Quando avviene questo spostamento della percezione che chiamiamo risveglio, qualunque cosa con cui i nostri sensi vengano a contatto viene vissuta come noi stessi. È come se riconoscessimo tutto ciò che incontriamo come se fossimo tutto ciò. Non sperimentiamo in termini di ego, in termini di qualcuno separato o un’entità separata. È più un sentire che l’Uno riconosce sé stesso.

Il risveglio spirituale è l’apparizione di un ricordo. Non è un diventare qualcosa che non siamo. Non ha a che fare con il trasformare noi stessi. Non si tratta di cambiare noi stessi. È ricordarsi di ciò che siamo, come se l’avessimo saputo molto tempo fa e ce ne fossimo semplicemente dimenticati. Quando questo ricordo riappare, se il ricordo è autentico, non è visto come una cosa personale.

Non esiste davvero un risveglio “personale”, perché “personale” implicherebbe la separazione. “Personale” implicherebbe che è l’ “io” o ego che si risveglia o diventa illuminato.

Ma in un vero risveglio spirituale si comprende molto chiaramente che anche il risveglio stesso non è personale. È la coscienza universale che si risveglia. Piuttosto che il “me” che si sveglia, ciò che siamo veramente si sveglia dal “me”.

Il problema con la definizione di risveglio spirituale è che quando ascolti ognuna delle varie descrizioni, la mente crea un’altra immagine, un’altra idea di cosa sia questa verità ultima o realtà ultima. Non appena vengono create queste immagini, la nostra percezione viene nuovamente distorta. Per questa ragione è davvero impossibile descrivere la natura della realtà, tranne per dire che non è quello che pensiamo che sia, e non è quello che ci è stato insegnato che è.

In verità, non siamo in grado di immaginare ciò che siamo. La nostra natura è letteralmente al di là di ogni immaginazione. Ciò che siamo è ciò che sta guardando — quella coscienza che sta guardando fingendo di essere una persona separata. La nostra vera natura è continuamente partecipe di ogni esperienza, sveglia in ogni istante, in ogni momento. Al risveglio, ciò che ci viene rivelato è che non siamo una cosa, né una persona, né un’entità. Ciò che siamo è ciò che si manifesta come tutte le cose, tutte le esperienze, tutte le personalità. Siamo ciò che sogna il mondo intero in esistenza. Il risveglio spirituale rivela che ciò che è indicibile e inspiegabile è in realtà ciò che siamo.

Vorrei suggerirti questo libro, non è espressamente sul risveglio spirituale, esprime concetti di una persona illuminata:

Il Trionfo dell’Uomo che Agisce

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