Usare bene Facebook

sorriso
Photo credit: Goodshoot/Goodshoot/360/Getty Images

Imparo dalle mie esperienze, e Facebook è una di queste.

Ho imparato molto dal mio interagire tramite Facebook, e molto da come lo fanno altri.

Da un po’ di tempo accingendomi a postare mi faccio questa domanda: ”Perché lo sto facendo? Voglio essere gratificato, vedendo quanti mi piace vengono dati ai miei post? Voglio attirare l’attenzione su di me per ragioni narcisistiche? O cos’altro?”

E’ inevitabile che si voglia anche attirare attenzione, altrimenti se non hai intenzione di attirarla perché postare? Se davvero non ne hai intenzione, non fare nulla e sei a posto.

La cosa fondamentale è la motivazione che sta dietro all’attenzione che si richiede. Per esempio perché ritieni che ciò che stai per postare possa anche essere utile, non importa se a torto o a ragione quando viene fatto con sincerità, non sempre si è nel giusto.

Ed è quello che faccio.

Quando la tentazione è “Dai, vediamo quanti mi piace mi da questa immagine”, non lo faccio, non più. L’ho fatto in passato, a mo’ di esperimento, per capire il successo di Facebook.

L’ho compreso, e ho capito cosa fa mettere mi piace o meno, un giorno scriverò un articolo su questo, farlo qui adesso renderebbe l’articolo troppo lungo e verrebbe abbandonato a metà, e molti lo faranno già con l’articolo così com’è.

Oltre a questo, propongo l’acquisto di libri o altro, traendone delle commissioni, perché sono anche un blogger e parte del mio vivere proviene da questa attività, diversamente il tempo che impiego nello scrivere articoli dovrei usarlo per altre attività per provvedere alle necessità della vita.

Quando ho iniziato a scrivere sui social media (ho aperto il mio primo account social proprio su Facebook nel 2008) mi è stato detto da altri ferrati in materia (a loro dire) di dare l’amicizia a tutti! Segui tutti! Sono potenziali lettori/clienti!

Non riesci ad ottenere abbastanza persone da inserire fra gli amici o dei seguaci? Puoi acquistare tutti quelli che vuoi! Tutti sono impressionati dal fatto che hai un sacco di amici.

Forse questa strategia funziona ad un certo livello, non è quella che ho adottato, le mie richieste sono state davvero poche, gli amici mi sono arrivati, e ho dato indiscriminatamente l’amicizia, senza dare prima uno sguardo al loro diario, questo è stato il mio errore principale.

Personalmente, più seguaci hai, meno è probabile che io ti segua.

Avere 5.000 amici su Facebook o 15.000 follower su Twitter ti fa vendere più libri? Probabilmente no. È possibile acquistare i commenti, i mi piace, recensioni, amici, seguaci. Tutto questo è legittimo? Non lo so, ma sono artifici sterili, fanno guadagnare solo chi ti vende quei servizi, perché gli amici ottenuti in quel modo non sanno nemmeno a chi hanno chiesto l’amicizia e non leggeranno mai un solo tuo post.

Non prendo mai in considerazione niente e nessuno al valore nominale su internet, e giustamente, perché spesso il valore effettivo è nettamente inferiore se non nullo. Ogni tanto qualcuno viene “pescato”. Per pescato si intende: “Avere un profilo falso su facebook, non necessariamente con una identità differente da quella vera, con immagini e foto del profilo intese ad attirare persone facendo credere di avere nobili sentimenti o doti particolari”. Si viene pescati quando uno si rende conto che la persona di cui è caduto vittima tramite Facebook non è chi sembra essere.

Diventare troppo “amiconi” sui social media può non essere una mossa prudente. Non per dire che si debba sospettare di tutti, per la maggior parte sono persone oneste, ma non fa male essere vigili.

Quando avrò un po’ di tempo passerò un paio d’ore a verificare gli account disattivati e a rimuovervi l’amicizia. Da una prima verifica che ho fatto, in realtà i miei amici con un account attivo sono circa 4.750, perché i rimanenti fino a quota 5.000 sono disattivati (ognuno può disattivare il proprio account) ma Facebook continua a mantenerli nella tua lista degli amici se non hanno rimosso prima l’amicizia!

Visitando qualche profilo, ne ho visti altri che non postano nulla dal 2012, 2013 o dall’inizio del 2014. Per quanto l’account sia attivo, l’utente di fatto non lo è. Così, ho rimosso l’amicizia. Il passo successivo sarà quello di rimuovere le persone con le quali non ho mai avuto contatti di alcun tipo.

Perché penso che meno che sia meglio? Perché Facebook ha ottimizzato i suoi algoritmi. E’ un social media, per cui vuole che tu sia sociale con tutti i tuoi amici. Sociale include comunicare, soprattutto. Se hai 5000 amici, è impossibile. Anche la metà è una follia. Ma almeno è un numero più gestibile. Se desideri che le tue comunicazioni vengano recepite, e apparire nei feed degli amici nella pagina home, allora devi aggiustare il tuo account secondo i parametri di Facebook e delle sue regole severe e scegliere con saggezza chi inserire fra i tuoi amici e chi seguire.

Qualunque sia il messaggio che vuoi trasmettere, devi rivolgerti a chi gli interessa riceverlo. Non dare l’amicizia a chi ha una sfilza di post con foto sul punto croce, ai quali fanno seguito una guida passo passo fotografica per fare bavaglini e paraorecchie per l’inverno all’uncinetto, se sei una specie di Easy Rider che ama solo la sua Harley-Davidson. Diversamente, ricevendo le rispettive notifiche soffrirete entrambi, e gli apprezzamenti reciproci anche se non espressi non saranno teneri. E la tua mente si riempirà di giudizi risentiti del tipo: “Questo/a non capisce proprio un c…o!..”

Prima di cliccare “conferma l’amicizia” dai un’occhiata al profilo della persona. Puoi capire piuttosto velocemente se è realmente interessata agli argomenti che proponi o se è a caccia di amici per il solo gusto di farlo.

Ho visto profili dove appaiono solo post che mostrano foto, video e quant’altro correlati alla corrente politica a cui il proprietario dell’account ha aderito. Una fila ininterrotta di solo Selvini, di solo Renzi o di solo Grillo alternati da altri che parlano male dei presunti oppositori della linea ideologica e politica che sta appoggiando. E tutto questo, a quanto affermano, per informare su come stanno le cose.

Via, rimossa l’amicizia.

Lo stesso dicasi di quelli che sono un collage di immagini di Gesù, della Madonna, di Dio (come se Dio avesse un’immagine) di vari santi, incluse le foto del profilo e della copertina e di post che iniziano più o meno così “… e allora il Signore, adirato con i peccatori e i miscredenti…”. Ma come fa Dio, l’Essere Supremo, ad essere affetto da una delle qualsiasi reazioni ed emozioni umane?!

Via anche quelli!

Uno deve a un certo punto restringere la fascia di suo interesse se vuole avere comunicazioni che possano dare e ricevere qualcosa di valore a tutti e da tutti quelli che stanno a un capo della linea di comunicazione.

Oggi dire che tutti sono su Facebook non è quasi più una generalizzazione. Nessuno mi chiede più se ho un account. Viene dato per scontato come per il numero di cellulare. “Dammi il tuo Facebook che ti chiedo l’amiciza” è un mantra che sento sempre più spesso. Perciò è necessario se non inevitabile selezionare le amicizie se vuoi che Facebook sia un’esperienza positiva, indipendentemente dagli scopi che Facebook sta perseguendo.

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza