La paura di conoscere sé stessi

paura di conoscere

Questo articolo, opportunamente redatto, farà parte di un libro sulla paura di conoscere che sto scrivendo con l’intenzione di pubblicarlo.

Questa decisione riguardo a se pubblicarlo o meno ha richiesto una lunga riflessione, perché scrivere un libro, che non sia uno dei soliti copia&incolla di oggi, richiede un impegno notevole di ricerca e di risorse economiche.

Potrebbe anche non avere successo nell’ambito del vasto pubblico e quindi, oltre a non dare un ritorno economico, portare anche a perdite economiche considerevoli.

Il libro conterrà tutto ciò che mi ha permesso di riprendere contatto con la mia vera Essenza, e di conseguenza di esprimermi come tale nella vita, in un tempo considerevolmente breve come non sono stato in grado di farlo nei precedenti sessant’anni di vita, per quanto i contenuti siano il risultato di una ricerca di tutta una vita.

Pensando che possa aiutare in questo anche altre persone, premettendo di non avere alcun dovere di farlo, di non avere alcuna missione da compiere, di non avere alcuna presunzione di essere illuminato, ho deciso di scriverlo e se anche una sola persona avrà tratto beneficio dalla lettura e applicazione dei contenuti, considererò il mio obiettivo raggiunto.

Il successo di massa dei libri

Nel mondo esistono libri di grande valore, soprattutto molti di quelli pubblicati nei primi decenni del ‘900 e anche della fine dell’800. Gli autori sapevano cosa stavano scrivendo, nel senso che l’avevano sperimentato, inoltre una buona parte del pubblico aveva ricevuto un’istruzione che era ancora degna di tale nome.

Di conseguenza a quel tempo è più probabile che i libri che erano fonte di un reale e profondo accrescimento avessero un vasto e meritato successo grazie alla capacità di comprensione dei lettori e non solo per effetto di attività promozionali.

L’istruzione attuale, molto controversa, per quanto le controversie siano incentrate principalmente sulla scuola pubblica vs scuola privata e la ripartizione dei relativi interessi economici, è un’istruzione di sistema, sistema che mira all’appiattimento totale degli individui, che punta più a un indottrinamento ideologico piuttosto che a fornire i mezzi per accrescere la comprensione necessaria per affrontare con successo le problematiche che la vita presenta.

La vita è fatta di problemi, vivere bene non significa non avere problemi, ma avere la capacità di risolverli, e per risolvere un problema bisogna comprendere quali sono gli elementi che lo costituiscono. E le strutture scolastiche, dalla scuola primaria all’università, non insegnano a fare questo.

Chi ha successo nella propria professione e nella vita in generale, lo deve all’impegno inteso a liberare talenti innati; la scuola dovrebbe aiutare in questo, ma non lo fa.

Il sistema dedica molti dei suoi sforzi alla creazione di “bisogni” e desideri largamente non necessari, proponendo ogni sorta di prodotti e gadget come indispensabili per essere una persona “allineata ai tempi attuali”, aggiornata, alla moda, in, ecc.

Tutto ciò porta al rafforzamento della falsa personalità, con piena soddisfazione dell’ego.

Il successo dei molti libri odierni, in particolare quelli indirizzati al miglioramento personale, all’autostima, all’illuminazione, all’acquisizione di superpoteri, ai salti quantici, ai balzi istantanei in altre dimensioni, all’acquisizione di una personalità magnetica, e molto altro, è dovuto al fatto che danno molta soddisfazione all’ego.

Il risultato derivante dalla lettura di tali libri e dalla partecipazione agli annessi seminari è un ulteriore rafforzamento dell’ego ma, purtroppo, senza che l’Essenza ne tragga alcun beneficio, perché non è ad essa a cui sono indirizzati i contenuti.

C’è un innato desiderio in ognuno di noi, che percepiamo erroneamente come desiderio di essere migliori quando ciò che siamo attualmente non ci soddisfa. Questo innato desiderio, mal compreso in realtà, sorge dalla nostra Essenza, è il suo impulso a manifestarsi pienamente con tutte le sue peculiarità.

L’Essenza è senz’altro, per così dire, migliore di qualsiasi falsa personalità, anche se lucidata a specchio e superdotata di nuovi attributi aggiunti di volta in volta. Eppure impieghiamo quasi tutta la nostra energia per impedirle di emergere.

Quando siamo identificati nella personalità, convinti che sia ciò che siamo veramente, tutti i nostri sforzi vanno nella direzione di “migliorarla”, ma in realtà aggiungiamo solo nuovi strati di intonaco ai muri della prigione, perché di fatto la falsa personalità è la prigione che tiene segregata l’Essenza.

L’insoddisfazione non verrà risolta fino a quando non ci “ricolleghiamo” con la nostra Essenza. Un esempio banale e grossolano, e certamente non esaustivo, di perenne insoddisfazione è l’impulso a fare shopping.

Da quanto espresso sopra proviene il successo e la continua domanda di tali libri.

La paura di conoscere se stessi

Ci sono libri scritti da autentici Autori pieni di informazioni che se prese in considerazione e comprese potrebbero dare una svolta in positivo alle condizioni in cui si trova l’Umanità dei tempi attuali. Mentre li leggevo venivo preso da entusiasmo e meraviglia. Antiche domande che mi ero fatto ricevevano finalmente risposta.

Nella mia mente esplodevano pensieri come: “Ecco perché!” La comprensione di quanto avevo letto e riletto portava poi a effettivi cambiamenti in me stesso e nella vita.

Quando però ne proponevo la lettura a un amico dicendogli che questo o quel libro avrebbe potuto cambiare la sua vita in meglio, successivamente il mio entusiasmo cadeva sotto i piedi nel chiedere se gli fosse piaciuto il libro, ricevendo commenti come sì è carino, interessante, devo ancora finire di leggerlo, e tutte quelle risposte trasudavano di superficialità e non mostravano alcun interesse reale.

Inizialmente mi chiedevo se fossi affetto da troppo facile entusiasmo, mi entusiasmo per poco, anche per la bellezza di un fiore in un prato, o se le persone alle quali mi rivolgevo avessero già realizzato da tempo ciò che per me era invece nuovo, e altre domande alle quali non riuscivo a dare una risposta.

Poi un giorno la risposta arrivò.

Ero seduto a un tavolo con una amica e le proponevo la lettura di La filosofia del digiuno, uno dei libri da me tradotti.

A volte ho la capacità di comunicare direttamente con l’Essenza, una comunicazione da Essenza a Essenza senza passare attraverso i filtri delle rispettive personalità. Quando questo avviene è qualcosa di magico, il messaggio arriva diretto senza alcuna alterazione di quanto si vuole comunicare.

Le dissi: “Questo libro parla degli aspetti filosofici del digiuno, non te lo sto proponendo perché tu faccia un digiuno, ma se leggerai attentamente i contenuti comprendendone il significato, potresti scoprire chi sei veramente”. Non è una costante, ma per alcuni è stato un buon punto di partenza.

Stava sorridendo, ma appena finii di parlare sul suo volto apparve una smorfia di paura. Si ricompose quasi subito e il discorso riprese sulla necessità di diffondere messaggi alle persone che possano aiutarle ad avere una vita migliore, una maggiore consapevolezza, e altri nobili propositi, ma quanto mi veniva detto lo sentivo privo di un’effettiva consistenza quasi come se mi arrivassero frasi fatte, luoghi comuni. Ci salutammo, ognuno ritornando alle proprie attività e commissioni che la vita ordinaria richiede.

In linea di massima desideriamo aiutare gli altri a migliorarsi, a fare le cose per gli altri, pur di non scavare nel profondo di noi stessi perché inconsciamente sappiamo che essere ciò che veramente siamo implica l’annichilimento dell’ego, e la falsa personalità andrebbe in frantumi, e se ne siamo identificati pensiamo che saremo noi stessi ad andare in frantumi, che non esisteremo più e perderemo tutte le cose a cui siamo affezionati e che amiamo.

E la gratificazione che deriva dall’occuparci degli altri pesa quanto basta per bilanciare la sofferenza che deriva dal non occuparci di noi stessi, cosa che non facciamo perché frenati dalla paura che non vogliamo affrontare.

L’ego è un punto di vista personale — ma siamo molto più di questo — inteso e limitato all’interazione con gli altri punti di vista personali su questo pianeta. Per interagire creiamo una personalità che “arricchiamo” nel corso della vita con delle caratteristiche, credenze, abitudini, atteggiamenti, attributi imposti dal mondo esterno, ciarpame erudito, e altri ammennicoli.

È il modo con cui ci presentiamo agli altri e veniamo apprezzati, disprezzati o ignorati a seconda che la nostra personalità sia ritenuta  gradevole, antipatica o insignificante.

Di conseguenza cerchiamo di modificare per quanto ci sia possibile la nostra personalità, una falsa immagine di noi stessi, per renderla sempre più apprezzabile e gradita al mondo esterno, in pratica diventando ciò che gli altri vogliono, e tanto più veniamo apprezzati, tanto più rafforziamo quegli aspetti della nostra personalità che richiamano favorevolmente l’attenzione altrui.

Diventiamo quindi sempre più complicati, le nostre preferenze e repulsioni si accumulano, e la nostra vera Essenza sprofonda sempre più sotto questa zavorra, questo peso inutile, senza valore, ingombrante e fastidioso.

Quanta più approvazione la nostra personalità riceve tanto più ce l’appiccichiamo addosso, come se fosse una seconda pelle e completamente identificati in essa, le diamo tutto il nostro potere e le permettiamo di agire in nostra vece.

Quando cerchiamo di avvicinarci alla nostra Essenza e iniziamo a intraprendere azioni per aiutarla a riprendersi la sovranità che le appartiene, tutti gli allarmi entrano in azione e l’usurpatore, a suo tempo da noi legittimato, la falsa personalità, attiva tutti i meccanismi di difesa perché sa che quando il sovrano riconquisterà il suo trono verrà giustiziata, e se siamo identificati in essa sentiremo come nostra la sua paura di scomparire, di non esserci più, oppure se abbiamo già fatto i primi passi, la paura di trovarci soli di fronte all’infinito.

Non è la nostra paura, ma la sentiamo come nostra perché siamo identificati nella falsa personalità, paura fra l’altro alimentata dalla nostra energia, un po’ come il cane che si morde la coda.

E’ questa la paura che proviamo quando si apre un piccolissimo spiraglio e intravvediamo che abbiamo creduto di essere fino a quel momento un personaggio sintetico, e che invece di vivere stiamo guardando uno dei tanti film possibili della nostra vita.

Può anche succedere che invece del piccolo spiraglio si apra improvvisamente una grossa breccia e che veniamo pervasi da improvviso terrore, ma siamo abili a ricucire subito tutto e da li in poi cerchiamo di non avvicinarci più. Alcuni vanno persino dallo psichiatra per evitare che la situazione si ripeta. Il cosiddetto attacco di panico è un effetto prodotto dall’incontro fortuito con la propria Essenza, ma non dirlo allo psichiatra, anzi non andarci proprio.

Le cose non stanno come la falsa personalità vuole farti credere, non ti dissolverai nel nulla, in realtà quando ti manifesterai come pure Essenza, senza voler sembrare qualcos’altro, non ti sentirai assolutamente solo, sentirai invece la vita scorrere dentro di te, ogni cosa si allineerà, dapprima i tuoi flussi energetici, in seguito gli organi del tuo corpo verranno ripristinati, come avviene quando si fa una nuova installazione del sistema operativo in un computer riportandolo alle funzioni di default, eliminando tutte le modifiche errate, virus, spyware, qualsiasi personalizzazione e qualsiasi software potenzialmente dannoso.

Le persone dell’ambiente intorno a te staranno bene, perché sarai di fronte ad esse senza pregiudizi, senza volere che siano diverse da come sono, senza sentimentalismi ed emozioni sintetiche preconfezionate.

E se vorrai conoscere qualcosa o qualcuno, ti basterà essere quel qualcosa o quel qualcuno, bypassando tutti i meccanismi che impediscono di vedere, un Vedere speciale al di là delle apparenze.

Questo non significa che le cose andranno sempre lisce, come ho asserito prima la vita è fatta di problemi, e qualcuno potrebbe anche eleggerti nella sua mente a suo nemico, ma saprai come risolvere le situazioni che si presentano, con l’animo in pace senza essere coinvolto in emozioni e sensazioni che non ti appartengono.

Per quanto ora mi sia chiaro il percorso, non è stata e non sarà una passeggiata, ma passo dopo passo la pendenza della salita diminuisce fino a diventare un piano, prima di affrontare la prossima, verso l’infinito irraggiungibile.

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Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza