Il Potere della Verità e il potere della menzogna

Il Potere della Verità e della menzogna

Verità, se ne parla tanto ma nessuno la conosce

L’Universo materiale, duale, si basa sulla menzogna. La coppia Verità-Bugia è la madre di tutte le coppie di opposti.

Al di sopra della dualità, la Verità sarebbe semplicemente un Vuoto che contiene la potenzialità di qualsiasi cosa che si possa immaginare e non potrebbe essere definita, sarebbe semplicemente la Potenzialità Pura di essere qualsiasi cosa.

Nel momento in cui una delle infinite potenzialità della Verità viene resa manifesta, diventa una Bugia, tecnicamente parlando, perché la Verità non ha attributi.

Non si può affermare la Verità, si può solo essere, manifestandola per quanto sia possibile con l’esempio nella propria vita.

Verità — una non definizione

La Verità è solo potenzialità, e come tale non ha esistenza materiale fino a quando un Essere non esprime il pensiero “Io sono Questo”, diventando una bugia, ovvero ciò che non è veramente.

Ne consegue che ogni cosa creata è una bugia, un’illusione nel mondo illusorio di Maya, come i testi indù, spesso mal compresi, affermano.

La Verità ha un grande potere, sia nel creare che nel distruggere.

Possiamo distruggere una persona con verità relative, per esempio spargendo dicerie basate su fatti “veri”, raccontando una verità per fini personali o per sminuire la reputazione di una persona che comunque potrebbe essere considerata una brava persona, come dimostrato dalle sue azioni.

Se siamo su questa Terra, non siamo perfetti. Possiamo trovare in ognuno di noi delle manchevolezze, possiamo aver fatto azioni moralmente discutibili e alcuni le usano per i propri fini o per discreditare pensando di ottenere vantaggio, convinti che la vita sia una competizione per raggiungere il primo posto sul podio del migliore.

Per esempio, quando ero adolescente, un mio amico aveva una ragazza che mi piaceva. Un giorno mi disse che sarebbe uscito con un’altra, e dato che eravamo soliti a ritrovarci nella taverna che avevo costruito sotto casa mia, aveva detto alla sua ragazza di andarci, per non passare la domenica da sola. Mi disse, qualora lei mi avesse chiesto se sapevo dove fosse andato, di risponderle che avrebbe assistito alle prove del gran premio di formula uno a Monza, la stessa cosa che aveva detto a lei.

La domenica pomeriggio, fra musica, balli e luce soffuse, feci delle advance alla sua ragazza, alle quali resisteva, ricordandomi che era impegnata con il mio amico. A quel punto le dissi: ”Già, sono sicuro che ti ha raccontato la solita balla delle prove per il gran premio…” Dopo di che, e altre precisazioni sulla “verità”, rafforzate dall’affermazione: “Scusami, ma non me la sento proprio di mentire a un’amica come te…” ai miei sforzi non venne più opposta resistenza.

Avevo detto la verità, ma quale sporco gioco avevo fatto, “per amor della verità.” Persi l’amico, lui la ragazza e lei perse lui, a prescindere dall’inconsistenza su cui erano fondate le nostre relazioni, e quando per una ragione o l’altra ci ritrovavamo nello stesso posto, ci sentivamo tutti a disagio.

Molti anni dopo, in tempi abbastanza recenti, sono stato ripagato più o meno con la stessa moneta, quando parlando con un amico decisamente esperto nelle pratiche spirituali, in presenza di una ragazza dissi che avrei provato a fare astinenza sessuale, ritenendo che avrebbe apportato dei vantaggi in una pratica spirituale.

In seguito quella ragazza gli disse, ritenendolo una sorta di mio maestro spirituale, che aveva fatto del sesso con me, a riprova che non ero stato fermo con i miei propositi, ma lui rispose che non aveva alcun titolo riguardo alle mie scelte, e lei poi mi “confessò” che non si sentiva bene nei miei confronti e che lo aveva fatto per mettermi in cattiva luce. Non è tanto importante l’aver fallito nei propri propositi, ma il fatto che sia stato usato nel cercare di danneggiare agisce come ritorno di fiamma nei confronti di chi ne ha fatto uso.

La menzogna in realtà non ha nessun potere, ma lo eredita dalla verità, quando viene presa per tale da chi la ascolta. Un esempio sono le promesse fatte in campagna elettorale dai politici sapendo che non verranno mantenute e vengono eletti perché chi li vota crede che le loro menzogne siano verità.

La verità è una lama tagliente con una punta acuminata e prima o poi squarcia il velo delle menzogne che la copre, ferendo chi le ha diffuse.

Più inizi a fare della verità il fondamento della tua vita, più potere acquisisci, è inevitabile soprattutto se l’acquisizione di tale potere non è un obiettivo, è semplicemente una conseguenza del modo di essere.

A quel punto le persone che per qualsiasi ragione diffondessero falsità nei tuoi riguardi o persino delle verità per fini propri creano una disarmonia nei flussi di energia reciproci che turba la loro vita, non la tua se sei ben ancorato sul polo della verità, e possono star male emotivamente e anche fisicamente pur non venendo riscontrato oggettivamente alcun disturbo o malattia.

Mi è successo più di una volta che una persona si scusasse con me per averlo fatto, e attribuiva a questo il suo star male. Essendo disposto a lasciar perdere senza alcuna intenzione di rivalsa, nello stesso momento i disturbi e il muro di cemento che si era formato fra me e lei sono scomparsi all’istante.

Non mentiamo sempre intenzionalmente e per fini discutibili, lo facciamo spesso in maniera non consapevole, in particolare cercando di mostrarci come riteniamo che gli altri vorrebbero che fossimo.

Come possiamo essere più veri? Prima di tutto desiderandolo, lasciando semplicemente che gli altri ci vedano come siamo, senza cercare di creare apparenze al solo fine di ricevere attenzioni di qualsiasi genere o cercare di apparire “migliori”.

Niente è meglio del semplice essere come si è.

Non è da molto che cerco di essere più vero, non è una cosa facile, quante volte mi ritrovo a scendere a compromessi con la verità mentre cerco di comunicare! Incontri degli amici o conoscenti, si va a finire su futili discorsi e si dicono cose scontate solo per ottenere attenzione. Per quanto lo si consideri “socializzare”, è un dispendio di energia enorme e un tradimento verso se stessi e lo scopo della vita.

Mi scrivono persone confidandomi la loro insoddisfazione perché non sanno qual’è il loro scopo della vita. Sono molto vicine alla verità, perché tutte le insoddisfazioni sono figlie di quella che deriva dal non conoscere lo scopo della vita. Per anni l’ho cercato, e quando ho conseguito degli scopi si sono rivelati falsi perché l’insoddisfazione permaneva. Fino a quando l’ho trovato.

Ed è lo stesso per tutte le persone.

Lo scopo della vita è l’evoluzione della Vita stessa.

Potremmo chiamarla evoluzione spirituale, ma porta a fraintendimenti perché spesso viene confusa con il vivere meglio in questa società, gioendo e parlando degli stati di beatitudine, visioni, canalizzazioni, apparizioni, eccetera, invece di fare pettegolezzi sui personaggi televisivi, fare il tifo per una squadra di calcio o raccontare barzellette sulle donne o sugli uomini. In sostanza non c’è alcuna differenza, cambiano gli argomenti ma l’atteggiamento mentale è lo stesso, lo scopo e quello di ricevere attenzione.

Nasciamo in un mondo falso e vivendo sprofondiamo sempre più nella falsità. L’evoluzione umana ha a che fare con lo spogliarsi sempre più dalle menzogne e far apparire sempre più la Verità da cui abbiamo origine.

In che modo possiamo farlo?

Essendo più semplici che possiamo. Parliamo troppo. Molti discorsi non hanno alcun senso, si parla tanto per parlare, per “socializzare”. Non sopportiamo il Silenzio, abbiamo paura di guardare nel profondo di noi stessi che appena facciamo zittire la nostra mente inizia ad affiorare.

Occorre ridurre all’essenziale. Molte cose possono essere dette con una frase, senza perdersi in discorsi di mezzora. Sto imparando a stare zitto quando non serve parlare oltre, mi diverto anche a sentire la mia mente che mi dice “dai, dillo, che hai tu la risposta giusta…” Alla fine, a che serve, se ne sai di più su un argomento di qualcun altro, se non soddisfare la propria vanità?

Occorre riprendere il controllo dei propri sensi. La vista è fuori controllo, gli occhi si posano su oggetti che richiamano la nostra attenzione come se lampeggiassero al pari di quei banner che appaiono sui siti: “Hai vinto!”, “Sei il milionesimo, sei stato scelto!”

Faccio la stessa strada per andare in posta ogni giorno da anni, ormai conosco tutti i negozianti, spesso fuori a braccia conserte a guardare il flusso dei turisti avanti e indietro per le vie, in attesa dei clienti. Ci salutiamo, ogni tanto ci scambiamo qualche parola sul niente: “ Ciao, cosa fai oggi?” “Con questo sole al pomeriggio vado al lago!” “Bene, dai per la gioia degli occhi, tanta carne fresca da vedere…” Rido per la battuta e per le conferme sul fatto che davvero sprechiamo la nostra energia in stupidaggini, e facendomi tirare dentro nell’insensatezza continuo per la mia strada rispondendo, sempre ridendo: “Certo che la “carne fresca” ce la mette tutta per mettersi in mostra!”

Riprendere il controllo dei propri sensi non significa trattenersi con un senso di rinuncia, ma semplicemente usarli per quello che vogliamo fare, come quando giriamo il volante dell’auto per fare una curva o lo teniamo ben saldo in una strada sterrata per mantenerla in carreggiata, non lasciando il volante e che siano i dossi o i sassi a dirigerla in qualsiasi direzione.

Le vie sono piene di odori, di pizza, di brioche, di caffè, ma se non è nei tuoi propositi prendere un trancio di pizza mentre devi andare da qualche parte, tira dritto.

Conosciamo molte persone, spesso le vediamo che vanno per la loro strada, cerchiamo di attirare la loro attenzione, vogliamo salutarle, ma soprattutto vogliamo essere salutati, che ci vedano, che ci diano attenzione. E siamo ancor più soddisfatti quando ci facciamo anche una chiacchierata su cose di cui non avevamo alcuna necessità di parlare, e spesso il giorno dopo non ci ricordiamo nemmeno di cosa abbiamo parlato. Il fatto che ci dedichino un quarto d’ora della loro vita ci rassicura, e i nostri interlocutori pensano la stessa cosa riguardo a sé stessi.

Quando è ora di pranzo, mangia quanto necessario. La buona frutta o una zuppa ben fatta invitano a farsene un altro piatto, mi è capitato di esagerare e di dover prendere una sosta per digerire. Energia sprecata, e quel cibo in più non mi ha dato alcun nutrimento.

Tieni l’essenziale nel tuo guardaroba. Se il tuo scopo non è mostrare quanto ti sai vestire bene, non te ne servono molti di vestiti. Gandhi docet. Qualora lo facessi notare al figo di turno, o …. (suona male la versione femminile del termine) ti risponderà che lo fa per se stesso o se stessa, non per gli altri. E non comprare troppe cose che non ti servono veramente. Qualcuna sì, aiuta a non rischiare di diventare rigidi, anziché semplicemente fermi sulle proprie decisioni.

In definitiva, l’ambiente esterno è pieno di stimoli che richiedono la tua energia, l’assorbono esaurendola. Alla fine della giornata quando torni a casa sei sfinito non per il lavoro che hai fatto, ma per l’energia che hai sprecato nelle cose non essenziali. Ce ne accorgiamo solo quando smettiamo di sprecarla, quando siamo disposti a lasciare che il Silenzio inizi a permearci.

La chiave è ridurre l’attività esterna al minimo. Qualcuno mi ha detto che sarebbe una vita da misantropi. Lo sarebbe se non ci si dedicasse al vero scopo della vita, evolvere da una condizione di fatto falsa in direzione di altre contenenti sempre meno falsità e maggiore verità.

E la vita si arricchisce di quella sana soddisfazione che ti sorregge mentre prosegui sul tuo cammino che ha intrapreso molto tempo fa, non devi più cercare altre strade, puoi rilassarti, fare un respiro profondo e rilasciare espirando tutte le tensioni, finalmente sei davvero su quella giusta.

Le persone che incontro e che, dopo aver chiesto semplicemente: “Ciao come stai?”, non ti lascerebbero più perché hanno sempre un sacco di cose nuove da dirti e cose nuove che sono successe da raccontarti, hanno una vita della quale non sono soddisfatte, a dispetto di una vasta attività di “socializzazione”.

Queste sono mie riflessioni, volevo andare a prendere un po’ di sole ma piove, già mi viene la battuta “…e per vedere un po’ di carne fresca”, ho scritto invece a getto questo articolo, come se avessi aggiunto una nota al mio diario, senza alcuna pretesa che ciò che ho scritto sia vero per tutti.

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