E’ in arrivo l’influenza! Vaccinatevi!

galline arse vive

di Luciano Gianazza

Questo è il monito che appare in questi giorni su quasi tutti i media. Sembra che si stiano tutti preoccupando per la nostra salute, cosa molto samaritana e altruista, perché mai sprecare altrimenti così tanti minuti dello spazio del telegiornale?

Via alla vaccinazione antinfluenzale.

Arriva l'influenza

Quest’anno le persone che devono vaccinarsi sono molte di più dello scorso anno. Non solo i soliti bambini e anziani, in quanto “fasce deboli” ma anche persone a contatto con il pubblico, medici, veterinari, carabinieri, insegnanti, dipendenti pubblici, poliziotti, macellai, fruttivendoli, donne incinte, neonati sottopeso. (E chi non è a contatto con il pubblico? Io sono a contatto con il pubblico, in metropolitana, sugli autobus, al supermercato, per dire alcuni momenti di contatto, dovrei rientrare anch’io fra i “vaccinabili”.)

Il ministro della sanità ritiene che siamo un po’ tutti a rischio e dal primo ottobre ha iniziato una massiccia campagna di vaccinazione. La media annuale di 11 milioni di vaccinati aumenterà a più di 23 milioni. C’è anche l’aviaria, il ministero ha provveduto ad acquistare 36 milioni di dosi di vaccino. Con data di scadenza, quindi, giunte al termine della loro breve vita, le fialette finiranno nell’inceneritore, se non scoppia la pandemia, e non scoppierà. Ti ricordi la famosa e dimenticata SARS? Mai più sentito parlare.

Fra l’altro, chi si vaccina per l’influenza sarà anche beneficiato nel caso di influenza aviaria, sarà protetto in caso che scoppiasse la famosa pandemia. Così dicono gli “esperti”, ma se è così, lo stesso virus è responsabile di entrambe le affezioni? O il vaccino è polivalente? Oppure si vuole sfruttare la preoccupazione creata dai media per la pandemia aviaria, per invogliare a vaccinarsi per l’influenza con un bonus, non si sa mai, l’influenza magari non è tanto pericolosa, ma se per caso mi difendesse dalla pandemia, ‘sta roba che assomiglia a pandemonio…

Influenza

Vaccinazioni

Definizione ufficiale di Influenza: malattia contagiosa causata da un virus caratterizzata da febbre e da infiammazione del tratto respiratorio.

E’ interessante anche il fatto che le fonti ufficiali predicono quando arriverà da noi. “Arriverà verso la metà di ottobre”. Punto. Assoluta certezza. Da dove arriva questo virus? Dove si trova il ceppo originario di questa famiglia di virus? Perché compare in autunno, dove se ne sta in estate e primavera? Non possiamo nemmeno dire che va in letargo, perché semmai dovrebbe cadere in letargo d’inverno, come tutti gli animali che applicano tale strategia. Ma è poi questo virus che ci rende “influenzati”?

Alcuni medici, che curano i loro pazienti senza farmaci, sostengono che le basse temperature autunnali e invernali aumentano l’attività naturale di disintossicazione, e che il muco e la febbre sono la manifestazione di tale lavoro di pulizia dell’organismo. I virus proliferano in quegli accumuli di tossine e rifiuti, che introduciamo per la maggior parte mangiando (conservanti, pesticidi, junk food, medicinali, ecc.), perché è un habitat a loro favorevole, proprio come i topi proliferano nelle discariche di rifiuti. Ma i virus non producono la malattia, come i topi non producono i rifiuti della discarica. Quella che chiamiamo malattia è la manifestazione dei rifiuti accumulati nel corpo che fuoriescono durante il processo naturale di disintossicazione. Tale manifestazione, febbre e muco, e altri fastidi tipici del processo di disintossicazione, viene etichettata dalla scienza ufficiale come influenza.

La contemporaneità del processo di disintossicazione di ognuno, contemporaneità determinata dalle comuni condizioni ambientali, il non sapere che si sta osservando la manifestazione di tale disintossicazione, fanno pensare che siamo di fronte a una malattia contagiosa, ma questo è vero quanto il fatto che ogni estate tutti i bagnanti sulle spiagge si contagiano e contraggono “l’abbronzite”.

Facendo una ricerca esaminando gli elementi coinvolti nella ”influenza”, troveremo dei virus, ne prendiamo uno, lo accusiamo, lo processiamo e lo condanniamo a morte per iniezione letale.

E l’influenza non la prenderemo una volta vaccinati. Ma non hai mai sentito qualcuno dire:” Mi sono fatto vaccinare, ma l’influenza l’ho presa lo stesso”? Oppure: ”Non mi sono vaccinato ma l’influenza non l’ho presa.” O ancora: “Mi sono fatto vaccinare e non ho preso l’influenza”. Ma siamo certi che se non si faceva vaccinare l’avrebbe presa?

Il metodo scientifico usato per determinare la causa dell’influenza, sembra essere di questo genere:

Sentiamo una puzza tremenda, facciamo una ricerca e scopriamo che proviene da una discarica a cielo aperto. Esaminiamo fra i rifiuti e troviamo che pullula di topi. Trovato. Sono i topi! Eliminiamo i topi con un topicida e non avremo più la discarica.

La verità

Arriva l'influenza

Perché esistono “verità” così consolidate come quella dell’influenza e vengono propagate in maniera così massiccia?

Esiste una versione della “verità” ufficialmente riconosciuta o ortodossa, conservatrice, dogmatica che aderisce a quanto comunemente accettato (sarebbe più corretto dire fatto accettare) e che non necessariamente corrisponde alla Verità. E’ la versione che conviene agli interessi economici, politici, scientifici, anche se in realtà può non giovare al singolo individuo ma solo a una oligarchia i cui appartenenti traggono profitto finché tale “verità” persiste. Perché essa continui ad avere la nostra accettazione non si deve permettere che possa essere messa in discussione. Per fare questo gli oppositori vengono ignorati, denigrati o attaccati e ogni “eresia” che contrasti la verità ufficiale deve essere soppressa.

Una buona parte delle menzogne esiste nel campo medico, sostenuta da appartenenti alla classe politica e dal mondo economico per proteggere i propri interessi.

Le ditte farmaceutiche sono strettamente connesse con la medicina, e con la prescrizione dei farmaci. In realtà sono industrie chimiche poco differenti da quelle che producono concimi chimici, coloranti, aromi per le industrie alimentari o gas utilizzati nella guerra chimica. Sono investite di una quasi sacralità perché le associamo alla nostra salute.

Come tutte le aziende devono ottenere dei profitti, e dato che tutte le multinazionali del farmaco sono quotate in borsa, l’incremento del valore delle loro azioni dipende dai grafici delle loro statistiche, che devono essere sempre in salita, e dai nuovi business acquisiti. Se i farmaci guarissero davvero, le persone sane aumenterebbero e le loro vendite diminuirebbero e, se funzionassero davvero tanto, sarebbe inevitabile il loro fallimento.

Per quanto sia ovvia e logica questa evidenza, non viene vista o osservata, come se, pur sapendo nel nostro intimo che è la verità, la nostra mente fosse oscurata dalla concordata e generale convinzione che i farmaci guariscano, perché così abbiamo appreso fin dal momento del nostro arrivo in questo mondo, assuefacendoci gradualmente, giorno dopo giorno, a una certezza preesistente che, in quanto certezza non necessita di verifica.

Una certezza basata su presupposti falsi e ritenuti veri non ci permetterà di accettare una verità fino a quando tale certezza non verrà smantellata.

La politica è connessa con la medicina e le ditte farmaceutiche. Alcuni ministri della sanità sono venuti alla ribalta per il fatto di avere preso delle tangenti per proporre e far approvare leggi che hanno portato a un maggior consumo di farmaci. La paura di perdere la salute è un fattore di controllo, e azioni che si crede possano diminuire la possibilità di perderla sono usate per ottenere la nostra approvazione.

Ci sono oggi medici che curano davvero senza farmaci, persino il cancro, e questa è una cosa meravigliosa, ma non riescono ad emergere perché l’opposizione della verità conservatrice agisce con fermezza. Alcuni, come il Dr Hamer, sono o sono stati in carcere o perseguiti in altro modo, o denigrati e offesi. Cosa succederebbe alle azioni in borsa delle aziende produttrici di farmaci se le terapie di tali medici avessero il sopravvento?

E’ stato provato dai risultati di ricerche indipendenti che le vaccinazioni sono dannose e non sono efficaci nel prevenire malattie contagiose. I governi riconoscono tali danni e a volte assolvono le loro responsabilità risarcendo le vittime o i loro genitori se non sono sopravvissute, ma continuano a mantenerne l’obbligatorietà per legge. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) profetizza una pandemia dell’influenza dei polli e i governi immagazzinano milioni di dosi per combattere tale eventualità. I media ci martellano con gli aggiornamenti ma omettono di dire che tali polli vivono in condizioni atroci senza possibilità di muoversi fra i loro escrementi, in condizioni igieniche terribili e pieni di antibiotici e vaccini, che sono i veri responsabili di tale epidemia che si vuole curare, guarda caso, con un vaccino.

I grandi gruppi economici di ogni settore contattano i parlamentari che abbiamo eletto e ottengono leggi favorevoli ai loro affari, oltre a finanziamenti sotto varie forme di cui noi non avremo alcun reale beneficio anche se i soldi sono i nostri che vengono decurtati dal nostro reddito sotto forma di tasse. Lo spreco di denaro a causa di finanziamenti per la ricerca di nuovi farmaci o cure discutibili è davvero ingente.

Milioni di dosi di vaccini per combattere “possibili” pandemie, che verranno distrutte una volta raggiunta la data di scadenza, il pagamento delle vaccinazioni obbligatorie per i milioni di bambini più i vari “richiami”, altri milioni di dosi, risarcimenti per i danni causati dai vaccini pagati dallo stato invece che dalle industrie farmaceutiche, l’autorizzazione ad usare il metilfenidato, un’anfetamina più potente della cocaina per “curare” i bambini dall’ADHD, una sindrome che in realtà è frutto della fervida immaginazione collettiva di psichiatri, le tangenti elargite ai ministri corrotti, sono solo alcuni esempi.

Lobby

Arriva l'influenza

Le lobby sono dei gruppi di pressione che orbitano intorno agli ambienti politici al fine di conseguire leggi, decreti, stanziamenti di fondi a favore degli interessi che esse rappresentano. In alcuni stati sono legalmente costituite, in altri sono formalmente illegali ma i membri di tali lobby assumono la figura di consulenti per i politici. Per esempio un ministro che deve regolamentare questioni pertinenti al suo ministero può non essere a conoscenza, e quasi sempre non è a conoscenza, di tutti gli aspetti tecnici e delle conseguenze che potrebbero derivare dall’attuazione di una determinata legge che deve proporre. Si deve avvalere di esperti, esperti che di solito appartengono alle aziende o associazioni di categoria che verranno influenzate dalla legge che si sta elaborando è che può non essere di alcun beneficio, se non deleteria per il singolo cittadino.

Per fare un paio di esempi, fra le centinaia che si potrebbero proporre, gli incentivi per la rottamazione delle auto ha giovato all’industria automobilistica, ai loro clienti in quel particolare periodo, ma ha imposto un ulteriore onere al resto dei contribuenti. Le case automobilistiche invece di trovare da sole le soluzioni ai loro problemi di diminuzione delle vendite hanno avuto vita facile ottenendo aiuti da un governo connivente. La scusa e quella di salvare i posti di lavoro, ma questa è la scena che si svolge sul palco per il “cittadino qualunque”, e deve essere convincente per giustificare un prelievo dalle casse dello stato, che si ripercuoterà sulle tue spalle l’anno successivo. L’introduzione del vaccino contro l’epatite B fra quelli obbligatori dell’infanzia ha aumentato considerevolmente le entrate della ditta farmaceutica produttrice, ha lievitato il conto in banca del ministro che ha incassato la bustarella, ma ha oltraggiato il sistema immunitario dei bambini con la spregevole mistura di virus inoculata, con il risultato di causare, al contrario di prevenire, se mai si voleva davvero prevenire qualcosa, una ridotta risposta degli anticorpi contro la malattia stessa, causando quindi un indebolimento del sistema immunitario.

Istituti di Ricerca

Arriva l'influenza

Un istituto di ricerca è un’organizzazione che dichiara di servire come centro di ricerca ed analisi di importanti questioni di interesse pubblico. In realtà molti di questi istituti di ricerca fungono più che altro da facciata per relazioni pubbliche, di solito con sedi legate a posti di governo, che generano assegnamento di fondi a loro unico vantaggio e per portare avanti le mete dei loro sponsor industriali. Sono degli istituti fasulli dove i loro ideologi propagandisti si mettono in posa recitando la parte di esperti e il denaro arriva a palate per dare supporto a pubblicità insignificante atta a soffocare uno schietto dibattito. Naturalmente molti di questi centri di ricerca sono più legittimi. I fondi privati non fanno di un ricercatore automaticamente un truffatore, e molti sviluppano ricerca di utilità pubblica. Comunque in generale i gruppi di ricercatori vengono indirizzati ideologicamente a soddisfare gli interessi di coloro che elargiscono i fondi. I centri di ricerca sono finanziati principalmente dalle più grandi società e fondazioni.

Questi colossi finanziari escogitano e promuovono linee di condotta che influenzano la vita dei cittadini: privatizzazione dell’assistenza sanitaria, leggi sulle tasse ed investimenti, regolamenti su qualsiasi cosa, dal petrolio all’Internet. Forniscono esperti per testimoniare di fronte al governo, scrivono articoli sui giornali ed appaiono in TV come commentatori. I gruppi di ricerca hanno un indirizzo politico stabilito. Ce ne sono molti di più di destra che di sinistra perché i primi di solito hanno più denaro, anche se si rivolgono ad entrambe le correnti al fine di ottenere fondi governativi.

In questo senso sono apolitici: “Francia o Spagna purché si magna”.

Questo non è casuale perché una delle più importanti funzioni di questi gruppi è quella di far entrare dalla porta di servizio interessi molto proficui e permettere di promuovere le loro idee o supportare ricerca economica e sociologica che possa aver luogo solo dove giova ai loro affari. I centri di ricerca moderni sono fabbriche di idee politiche no-profit, esentasse dove arrivano grandi somme dai facoltosi donatori. I fondi privati possono corrompere l’integrità delle istituzioni accademiche, come pure i centri di ricerca. Dai veri scienziati ci si aspetta che prima conducano la loro ricerca e poi redigano le loro conclusioni, ma questo processo è spesso invertito nella maggioranza dei gruppi di ricerca di parte. Prima ricevono la conclusione desiderata e la ricerca viene quindi viziata perché indirizzata a dimostrare tale conclusione che quasi certamente non risulterebbe da una ricerca non inquinata da interessi particolari.

Disinformazione

Arriva l'influenza

Al fine di far continuare le varie recite sul palco del teatro del mondo, entra in gioco la disinformazione che altro non è che quello che vedi, ascolti e leggi tramite i media ogni singolo giorno della tua vita.

Anche i bambini quando stanno osservando divertiti un cartone animato alla TV ricevono disinformazione.

Non è facile spiegare cos’è la disinformazione. Può essere più facile rispondere a domande come queste: “A che punto un’opinione o il supporto diventa disinformazione?” o “ La storia e le ideologie possono essere semplificate senza diventare disinformative?” Queste distinzioni si studiano nei campi della metafora concettuale, guerra dell’informazione, operazioni psicologiche, metodi scientifici, metodi storici e sociologia della conoscenza. Una distinzione accettata dalla maggior parte degli studenti di questi argomenti è che quando qualcuno ha interessi economici personali raramente è un osservatore neutrale.

La disinformazione non è semplicemente mentire. La parola “mentire” implica che chi mente sia consapevole di spargere menzogne. Sinceri sostenitori di un punto di vista raramente possono dire, quando hanno accettato qualche proposizione o evidenza discutibile, di aver verificato la validità dell’evidenza per quel punto di vista. Quel punto di vista può riflettere non un desiderio di disinformare ma piuttosto una mente, una attitudine o modello di comportamento mentale influenzati da qualche dogma fondamentale che è stato accettato come vero.

PR — Relazioni Pubbliche

Arriva l'influenza

Le agenzie di PR lavorano nel campo delle relazioni pubbliche, la professione che si occupa di “management della percezione” e dell’alterazione delle attitudini mentali e metafore concettuali nella vita pubblica e spesso hanno degli interessi economici propri e l’obbligo di fedeltà a un punto di vista. Quindi un efficace ed accurato esame delle attività e dei codici etici di tale professione è raccomandato: le dichiarazioni che essa produce devono essere generalmente considerate disinformazione per definizione fino a quando è dimostrato il contrario.

Una manipolazione non necessariamente comporta vere e proprie bugie di commissione, ma comporta tipicamente bugie di omissione, che mascherano l’identità dello sponsor del messaggio.

Una tecnica molto usata è la “Tecnica della Terza Parte”. Se Giovanni vende patate e dice che le sue sono le migliori sul mercato, potresti avere qualche dubbio, ma se lo dice Emilio esperto di patate, che non ha apparentemente alcun legame con Giovanni, è molto più facile che tu ci creda. Almeno fino a quando non trovi Emilio che nuota nella piscina di Giovanni.

L’uso della tecnica della terza parte tende a corrompere il giornalismo, la scienza ed altre istituzioni con cui viene a contatto. Inoltre, usando bugie di omissione piuttosto che di commissione dà alle persone che hanno una parte in un gruppo di facciata la possibilità di razionalizzare che non stanno realmente facendo nulla di sbagliato. La logica della tecnica della terza parte implica che quando le società di PR preparano notizie confezionate, mantengano i loro clienti (ed esse stesse) fuori dalla faccenda.

Iniziative di PR per industrie che inquinano, per esempio, sono condotte dalle loro associazioni di categoria piuttosto che direttamente dalle aziende stesse. Questo permette di dare alle singole aziende una copertura per una plausibile possibilità di smentita mentre le loro associazioni fanno il gioco duro. C’è modo di arrivare dietro alle quinte di una storia. Quando parliamo di PR, ci sono due cose da cercare:

1. l’orchestrazione ed organizzazione che non è destinata ad essere vista e conosciuta dall’audience e

2. la scena sul palco a consumo del pubblico.

Quando stai osservando la scena sul palco, chiedi a te stesso: “E’ accurata questa informazione? Fa senso? La fonte dell’informazione è affidabile? Questo portavoce che dichiara di essere indipendente in realtà è qualcuno che è stato reclutato da una industria con particolari interessi che hanno a che fare con gli argomenti in discussione?” Quando ci sono dichiarazioni discutibili cerca di chiedere in maniera diretta se ci sono prove che dimostrino quanto asserito. Ricerca dichiarazioni ed affermazioni sulla loro provenienza o fonte. Se l’argomento che stai esaminando include occultamento di rischi per la salute pubblica e per l’ambiente, ci possono essere avvocati che in precedenza hanno perseguito queste società in processi per gravi reati e possono essere in possesso di documenti interni di queste società che sono liberi di divulgare.

Come fanno a saperlo?

Da qualche giornale ho appreso che questa influenza in arrivo costringerà 6 milioni di italiani a letto in più di quelli dell’influenza dello scorso anno. Non sono preciso sul numero, forse erano 5 milioni, forse 7, o forse ho letto o sentito tutte queste cifre, ma è irrilevante. La domanda qui da farsi è: “Come fanno a saperlo?”. Non ne ho idea. Facciamo un dialogo immaginario. Spariamo delle cifre secondo l’impatto che vogliamo creare:

“2 milioni?” “Uhm.. troppo pochi.“ — “30 milioni?” “No, questo è poco credibile, 6 va bene”.

E non ci sbagliamo! Quando l’influenza sarà passata, se mezza dozzina in più saranno rimasti a letto, possiamo dire:

“Come avevamo giustamente previsto, 6 milioni di italiani in più…..Per fortuna il vaccino ha contenuto il numero che senz’altro sarebbe stato superiore…”

Se invece ne rimarranno a letto meno ancora dello scorso anno:

“La campagna di informazione ha dato i suoi frutti. I cittadini hanno prontamente risposto all’appello e l’aumento di soggetti vaccinati non solo ha impedito un maggiore contagio, ma le vittime sono state addirittura meno dello scorso anno, segno che la prevenzione…..”.

Farmaci, malattia e PR

Arriva l'influenza

Il “buonsenso comune” dice che i farmaci sono sviluppati per contrastare la malattia. Il potere del PR dell’industria farmaceutica crea addirittura il fenomeno inverso, nel quale le aziende farmaceutiche definiscono nuove malattie cercando di creare un mercato compatibile con il loro farmaco. Esiste una confluenza di interessi di medici, aziende farmaceutiche e media nell’esagerare sia la severità delle malattie, sia la capacità dei farmaci di “curarle.” Dato che la malattia è un concetto fluido e politico, gli interessati possono creare la loro propria domanda ampliando le definizioni delle malattie in maniera da includere il maggior numero di persone, e pubblicizzando nuove malattie. Una volta che la necessità è stata stabilita e creata, il prodotto può essere introdotto per soddisfarla. Alcune volte gruppi di pazienti vengono creati dal nulla per incentivare un nuovo farmaco che sta arrivando dalla linea di produzione delle aziende farmaceutiche. Di solito comunque le aziende farmaceutiche vanno in cerca di gruppi di pazienti no-profit esistenti.

Vengono usati anche testimoni emozionalmente caricati che chiedono di accelerare le pratiche di approvazione di un nuovo farmaco perché solo quel farmaco può guarire la loro malattia.

A volte nelle trasmissioni con giochi a premi e banalità, c’è lo spazio per il “momento della solidarietà” dove arriva l’ospite con la sua storia strappalacrime che già alla prima domanda del conduttore della trasmissione, che nel frattempo si è seduto a fianco, fa sgorgare i lacrimoni e non riesce a parlare, poi si riprende e inizia a raccontare riguardo alla sua speciale malattia che non può curare perché il farmaco ancora non è approvato e quindi si deve fare pressione per sveltire le pratiche. Oppure il farmaco nemmeno esiste e allora bisogna dare i soldi alla ricerca per trovare la molecola, con il pubblico (ignaro) che in empatia totale con l’ospite conferma con cenni del capo e gli occhi lucidi per la commozione. Di solito non manca sulla terza sedia, un ”esperto”, ben preparato (dall’agenzia) che spiega che non è una malattia rara come si crede, ma fino ad ora era semplicemente sconosciuta e i casi potrebbero essere di più di quanto si pensava, ecc. Poi compare il numero del conto postale in sovrimpressione e il conduttore invita ad essere solidali, con sorrisi, strette di mano e applausi finali.

Questo copione può essere usato per promuovere qualsiasi causa.

Lavorare insieme a gruppi di supporto e leader di pensiero dei più importanti istituti di ricerca aiuta ad annullare i critici avversi, rilasciando messaggi positivi riguardo al contributo dato dalle aziende farmaceutiche all’assistenza sanitaria. “Campagne di Informazione sulle Malattie” sponsorizzate dalle aziende farmaceutiche tipicamente sollecitano i potenziali consumatori a chiedere consigli su un farmaco specifico al loro medico, il dispensiere finale dei farmaci da prescrizione.

I potenziali “difensori del prodotto” e gli “opinion leader” nella confraternita medica sono estremamente importanti per influenzare il pensiero dei medici. La chiave è valutare il loro punto di vista e potenziale d’influenza, reclutarli per instaurare relazioni specificatamente designate e fornirli di programmi e di appropriate piattaforme di comunicazione.

Reclutare sostenitori potenziali a un comitato consultivo permette di sviluppare una collaborazione più stretta e di valutare come possono essere “usati meglio”. E’ però necessario il giusto dosaggio. La credibilità può venire minata dall’abuso. Se la stessa persona parla sempre ai convegni, scrive sempre nelle pubblicazioni, ecc., si scoprirà inevitabilmente da chi è foraggiata la sua carta di credito.

Comparire frequentemente e favorevolmente nei giornali del settore medico è un elemento importante per il marketing farmaceutico. E’ una pratica diffusa far scrivere da altri articoli per stimati ricercatori medici . Alcune agenzie di PR aiutano a mettere in comunicazione scienziati con operatori di marketing e creativi per creare memorabili programmi educativi e commerciali. Aiutano anche a creare dal nulla “giornali autorevoli.”

I giornali, possono fare molto di più che semplicemente propagandare i benefici di un farmaco.

Possono essere usati per creare un mercato, creando prima insoddisfazione per prodotti esistenti per poi creare il bisogno di qualcosa di nuovo. Una continua creazione dal nulla, davvero bravi.

Articoli ripresi da altri giornali possono essere mezzi potenti per vendere perché vengono percepiti come indipendenti e autorevoli.

Proprio questa percezione di indipendenza e autorità è esattamente ciò che le PR del mondo della assistenza sanitaria usano per impedire al pubblico di realizzare che quello che vedono, sentono e leggono sui farmaci proviene da fonti immerse nei conflitti d’interesse. Creando o ottenendo la collaborazione di gruppi di pazienti, noleggiando “difensori di prodotti” e coltivando i medici, le agenzie di PR rendono difficile ai cittadini di ottenere le informazioni genuine, accurate, indipendenti e necessarie per prendere decisioni davvero informate riguardo alla salute.

Le campagne di PR sono indubbiamente efficaci nel vendere più farmaci. Ma per farlo non possono dirti tutta la storia.

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza