Come conformare tuo figlio

conformare i figli

Cara mamma, caro papà,

dopo il lieto evento, il primo problema importante che sorge è l’educazione.

Molti genitori si trovano spesso impreparati di fronte a questo importante compito, ma con questo manuale potrai attraversare agevolmente questa prima fase che spetta solo a te genitore.

Lo stato a questo primo livello educativo ritiene che ancora non debba intervenire, e quindi potrai impegnarti indisturbato.

Inizialmente il linguaggio del bambino è la lallazione, termine coniato da qualche psichiatra in qualche parte del mondo (dal lat. lallatio, l’atto del lallare, cioè del canterellare la-la per addormentare il bimbo) si intende la produzione pre-linguistica dei neonati a partire dal settimo mese caratterizzata da coppie di vocali e consonanti ben definite e toni diversi (richiesta, comando…). L’inizio dell’attività espressiva con suoni varia molto da individuo a individuo e non deve preoccupare se inizia con ritardo o si prolunga per qualche mese più del dovuto. I disturbi della pronuncia possono essere individuati e analizzati da un logopedista. (Per esempio se dice lallelà o lallellù invece di lallalà, allora è il caso di preoccuparsi)

come conformare tuo figlio

Quindi il bambino si esprimerà con lallalà lallalà, e anche se non capissi cosa vuole, sarà sufficiente dargli prontamente un biberon ben colmo di latte (dopo il sesto mese le case produttrici di latte artificiale consigliano caldamente di passare a quello) e passerai un po’ di tempo tranquillo.

Man mano che il bambino cresce dovrai arricchire il suo vocabolario, oltre a cominciare a chiamarlo, se non lo hai ancora fatto, con i nomignoli più carini, come piccolino, popino, popina, tesoruccio della mamma, amoreeee, reuccio, cucciolo, principessina, ciccina, sederino bello della mamma smack smack!, lo mangio tutto questo bel culetto! (meglio del prosciutto, immagino) e tanti altri che troverai nell’appendice del libro.

Questo permetterà di ricordarsi di te in futuro perché il bambino è come una spugna, come una lavagna bianca, (non mi invento nulla, ci sono centinaia di libri che dicono che il bambino è come una spugna pensa a spongebob o una lavagna) nulla viene cancellato, e quando guarderà per la prima volta Biancaneve e i sette nani, apparendo Cucciolo sulla scena l’associazione gli farà ricordare i bei momenti di quando lo chiamavi cucciolo. O se dovesse capitargli qualche registrazione di Claudio Villa, il Reuccio.

Quando comincia ad osservare e a indicarti le cose, insegnali i nomi adatti per quella fascia di età. L’automobile, brum brum, quando cade chiedigli dov’è la bua, la zia si chiama gìa, la zeta è un po’ ostica. E poi la pupu, il pisellino, la farfallina, il miao, il bau, la muu, il tutù, la tata, il ciuff ciuff (magari circola ancora qualche locomotiva a vapore) e tanti altri vocaboli che troverai nella seconda appendice.

Questi vocaboli utilissimi per passare attraverso una infanzia felice e spensierata rimarranno sempre nella sua memoria, nel cosiddetto inconscio, anche quando se ne dimenticherà. Tant’è vero che quando andrà a comprare la sua prima auto non dirà al concessionario che vuole quella brum brum, ma la prova che quei vocaboli rimangono per sempre può essere osservata in qualche anziano disgraziatamente colpito da qualche malattia senile che indica un’automobile che passa rivolgendosi alla sua badante con entusiasmo, gli occhi spalancati e un bel sorriso: “La brum brum!”

E se il tuo bambino avesse la fortuna di avere una zia zitella (adesso si dice single) di quelle dolcissime tutto amore e luce e rossetto incandescente, che non ha mai avuto bambini ma che sa come ci si deve comportare con loro, non puoi immaginarti quanti bei vocaboli sarà in grado di insegnare in un’ora all’amoruccio bello della gìa, vieni alla gìa sofficino. Tanta fatica risparmiata.

[…] fine dell’estratto.

Ps:. Il libro non esiste, gli editori si rifiutano di pubblicarlo. Tutti i diritti sono comunque riservati sull’articolo, sul titolo ecc. © Luciano Gianazza

Di Luciano

In questo settore del tempo la mia identità è Luciano Gianazza